Einstein, moderno yogi

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Ho estratto uno stralcio di un famoso libro di Albert Einstein, “Il mondo come io lo vedo”. Libro notevole, perché questo scienziato-filosofo espone in chiave moderna e comprensibile per tutti concetti che Patanjali espose molti secoli prima. Solo in questo brano troviamo concetti come Ahimsa, Asteya, Aparigraha, Santosha, Tapas. Un breve squarcio di Luce della sua anima per indicarci il sentiero del Dharma da seguire. E per il quale, come dice Einstein, siamo venuti su questo pianeta.

“Ben singolare è la situazione di noialtri mortali.
Ognuno di noi è su questa terra per una breve visita; egli non sa il perchè, ma assai spesso crede di averlo capito.
Non si riflette profondamente e ci si limita a considerare un aspetto della vita quotidiana; siamo qui per gli altri uomini: anzitutto per coloro dal cui sorriso e dal cui benessere dipende la nostra felicità, ma anche per quella moltitudine di sconosciuti alla cui sorte ci incatena un vincolo di simpatia.
Ecco il mio costante pensiero di ogni giorno: la vita esteriore ed interiore dipende dal lavoro dei contemporanei e da quello dei predecessori; io devo sforzarmi di dar loro, in eguale misura, ciò che ho ritenuto e ciò che ancora ricevo.
Sento il bisogno di condurre una vita semplice e ho spesso la penosa  consapevolezza di chiedere all’attività dei miei simili più di quanto non sia necessario.
Mi rendo conto che le differenze di classe sociale non sono giustificate e che, in fin dei conti, trovano il loro fondamento nella violenza; ma credo anche che una vita modesta sia adatta a chiunque, per il corpo e per lo spirito”.

Equaminità

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Non siate né eccitati né depressi

rispetto a qualunque cosa

che sia esterna a voi stessi

Osservate

il transitorio spettacolo della vita

con mente equanime,

perché gli alti e bassi della vita

sono soltanto onde

su un oceano in movimento.

Evitate

il coinvolgimento emotivo con esse

e rimanete sempre calmi e felici

nel vostro centro interiore,

nella spina dorsale.

Parmahansa Yogananda

Viparita Karani o “elisir di lunga vita”

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Viparita karani viene definita da molti insegnanti “l’elisir di lunga vita” degli asana. Chi pratica già da tempo ma anche i principianti stessi sanno bene quel che intendo dire. In Sanscrito la parola Viparita indica “capovolta”. Karani si riferisce a una modalità specifica di pratica. Questa postura è conosciuta anche come “posizione sulle spalle con supporto”.

Questo asana dolce, rinfrescante e da effettuare in tutta sicurezza, può essere mantenuto molto a lungo dalla maggior parte dei praticanti, così da effettuare un ritorno venoso nelle gambe grazie alla forza di gravità e guidare il sangue dalle estremità fino agli organi interni. Potete utilizzare Viparita Karani specialmente quando siete affaticati, stanchi, debilitati o quando le vostre gambe hanno bisogno di “respirare”. L’ asana è indicato per una larga fascia di persone: sani, sportivi, convalescenti, giovani e meno giovani. Chiunque può godere dei potenti effetti rigeneranti di questa capovolta apparentemente semplice ma molto efficace.

Con la modalità soft in cui questo asana riposante capovolge il corpo senza alcuno sforzo, porta fisiologicamente il praticante verso un profondo e graduale rilassamento della mente. Una volta che avete allineato correttamente il corpo nella postura, il vostro lavoro sarà di lasciar andare ogni sforzo superfluo e d’immergervi lentamente in quel senso di rilassamento che l’asana vi donerà. Semplicemente meraviglioso e assolutamente da provare.

Viparita Karani è considerata la più risanante tra le posizioni yoga rigeneranti. Quando effettuate questo asana la gravità aiuta il sangue venoso – che altrimenti tenderebbe a ristagnare nelle gambe – a ritornare verso il cuore facilmente e senza sforzo. Riduce il lavoro cardiaco favorendo l’afflusso di sangue al torace e facendo riposare il cuore. In questa tranquilla capovolta – come in molte altre capovolte più attive – il peso del sangue dei piedi, gambe e addome stimola i recettori della pressione nel collo e nel torace così da ridurre il restringimento arterioso in tutto il corpo. Questo favorisce la riduzione della pressione alta nei praticanti ipertesi.

Molti degli effetti rinfrescanti derivano dall’angolazione del torace, che si trova leggermente arcuato grazie al supporto del bolster sotto il bacino, mentre le gambe sono supportate dal muro. Una volta entrati in posizione, immaginate che la forma dell’asana crei una “cascata” fluida interna dalle gambe verso l’addome e il torace in direzione del cuore. Il sangue sembra riversarsi come una placida cascata verso il cuore con un flusso dolce e controllato. Questo “effetto cascata” crea un sereno effetto rinfrescante nella mente e nel corpo. Mantenete l’asana dai 5 ai 15 minuti, usando il buon senso. Da non praticare durante il ciclo mestruale onde evitare disturbi nel flusso stesso. Scrivetemi e mandatemi le vostre impressioni sugli effetti della pratica di Viparita Karani alla parete, o su qualsiasi dubbio o domanda riguardo l’asana. Buona rigenerazione!

Saucha o Purezza

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Saucha, il primo Nyama (osservanze) dell’ottuplice sentiero di Patanjali, si riferisce alla libertà fisica, mentale e spirituale che la purezza offre. La purezza è il risultato della pulizia di mente, corpo e parola. La pratica di saucha onora il Sé e gli altri e permette di sperimentare calma e stabilità anche nelle circostanze più gravose. Allo studente di yoga vengono insegnati i primi elementi di saucha incoraggiandolo a coltivare la pulizia corporea e dell’ambiente dove si svolge la pratica degli asana e del pranayama. Questo darà allo studente maggior consapevolezza del proprio ambiente circostante. Si deve insegnare agli studenti ad essere rispettosi del tappetino di pratica altrui, senza calpestarlo goffamente quando ci si sposta per prendere i prop per praticare. Questo non solo per una questione igienica, ma anche per mantenere l’energia  della propria pratica distinta da quella degli altri compagni di tappetino. Nella pratica degli asana il tappetino rappresenta  il nostro mondo, e il modo con cui trattiamo il nostro tappetino indica la maniera in cui noi trattiamo il mondo esterno a noi. Non solo.

Quando ci si siede in file ordinate, in cerchio ben disposti in terra o in qualsiasi armonica disposizione, l’energia generata dal gruppo influenza favorevolmente i singoli individui, favorendo il resto della classe nell’esecuzione degli asana. Porto come testimonianza le parole del Maestro Aivanhov riguardo i potenti effetti interiori di saucha, o purezza.

 “La purezza è la chiave della salute, della gioia, del sapere, della potenza e della vita eterna. Quando vi purificate, la luce entra più facilmente in voi, e incominciate a vedere le cose in modo più chiaro, e dunque, cominciate ad acquisire una migliore intelligenza delle cose. Le particelle malate che alla salute vengono eliminate, e voi diventate più sani; quelle che ostacolano la volontà vengono eliminate, e voi diventate più forti. Tutto ciò che è pesante e faticoso vi abbandona: vi sentite più leggeri, e la gioia vi assale. E dato che l’impurità trascina con sé la fermentazione, la disgregazione e la morte, è attraverso la purezza che ci si guadagna la vita eterna. Dunque, l’immortalità, la gioia, la potenza, la salute e l’intelligenza non sono altro che aspetti diversi della purezza. Ecco un riassunto della Scienza iniziatica… Sta a voi, ora, verificare se è vero”.

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Condividi la tua positività, condividi la tua Luce, condividi tutto ciò che hai.Qualunque cosa bella tu abbia non accumularla. La tua saggezza condividila. La tua preghiera condividila. Il tuo amore, la tua felicità, la tua gioia, condividila. Dai il sacro pasto ai cani, getta le perle ai porci, ciò che importa è il dare.

Accumulare avvelena il cuore. Ogni forma di accumulazione è velenosa. Condividendo liberi il tuo organismo dai veleni. Quando dai non curarti se coloro a cui dai ti dicono “grazie”!

Viceversa, sii grato tu stesso perché quella persona è stata disposta ad ascoltare la tua canzone, a guardare la tua danza. Siile grato perché quando sei venuto per dare non ti ha respinto, mentre avrebbe potuto respingerti.