Ho estratto uno stralcio di un famoso libro di Albert Einstein, “Il mondo come io lo vedo”. Libro notevole, perché questo scienziato-filosofo espone in chiave moderna e comprensibile per tutti concetti che Patanjali espose molti secoli prima. Solo in questo brano troviamo concetti come Ahimsa, Asteya, Aparigraha, Santosha, Tapas. Un breve squarcio di Luce della sua anima per indicarci il sentiero del Dharma da seguire. E per il quale, come dice Einstein, siamo venuti su questo pianeta.
“Ben singolare è la situazione di noialtri mortali.Ognuno di noi è su questa terra per una breve visita; egli non sa il perchè, ma assai spesso crede di averlo capito.
Non si riflette profondamente e ci si limita a considerare un aspetto della vita quotidiana; siamo qui per gli altri uomini: anzitutto per coloro dal cui sorriso e dal cui benessere dipende la nostra felicità, ma anche per quella moltitudine di sconosciuti alla cui sorte ci incatena un vincolo di simpatia.
Ecco il mio costante pensiero di ogni giorno: la vita esteriore ed interiore dipende dal lavoro dei contemporanei e da quello dei predecessori; io devo sforzarmi di dar loro, in eguale misura, ciò che ho ritenuto e ciò che ancora ricevo.
Sento il bisogno di condurre una vita semplice e ho spesso la penosa consapevolezza di chiedere all’attività dei miei simili più di quanto non sia necessario.
Mi rendo conto che le differenze di classe sociale non sono giustificate e che, in fin dei conti, trovano il loro fondamento nella violenza; ma credo anche che una vita modesta sia adatta a chiunque, per il corpo e per lo spirito”.