Lezione sugli archi con Gabriella Giubilaro

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Il post di oggi parla della profondità degli asana indietro, o backbendings, della loro utilità e della potente energia che sprigionano a tutti i livelli: fisico, mentale e spirituale. Ci sono diciannove diamanti di saggezza, diciannove citazioni di B.K.S.Iyengar sui backbendings dove  vengono date preziose indicazioni per migliorare la qualità della nostra pratica quotidiana e andare ancor più profondamente verso il nostro Cuore spirituale, come Iyengar stesso insegnava.

A queste diciannove citazioni ho aggiunto, come chiave visuale pratica, l’insegnamento di Ustrasana tratto da una lezione dell’insegnante senior Gabriella Giubilaro, mia formatrice nel teacher training che ho avuto la fortuna e il piacere di conoscere alla Convention di Yoga del 2002 a Montecatini, con Geeta Iyengar.

Devo a Gabriella l’impegno, la serietà e la grandissima forza d’animo che necessitano ad un insegnante per portare avanti la pratica e l’insegnamento dello yoga. Negli anni del mio teacher training mi ha forgiato corpo e mente nel fuoco della pratica, come un fabbro forgia il ferro: ogni volta che la rivedo è una occasione imperdibile per apprendere sfumature sempre più importanti sullo yoga. Dedico a te Gabriella questo post sugli archi, ricordando con quanta pazienza e forza mi hai corretto e guidato (e ancora continui a farlo) lungo questo sottile percorso di Vita che è lo Yoga Iyengar. GRAZIE di TUTTO…

 

 

Citazioni sugli archi, di B.K.S.Iyengar

  • “Gli archi non vengono insegnati nei primi stadi di quest’arte, ma solo quando il corpo è allenato, messo a punto e tonificato a un livello tale da accettare queste posture”.
  • “Gli archi devono essere percepiti più che espressi, manifestati. Le altre posizioni possono essere manifestate e poi percepite. Come nella meditazione, ognuno deve percepire gli archi”.
  • “Gli archi non sono posture intese per l’espressione esteriore. Gli archi sono concepiti per comprendere le parti posteriori dei nostri corpi. La parte frontale del corpo può essere vista con gli occhi, ma la parte posteriore può essere solo percepita. Ecco perché dico che queste sono le posizioni più avanzate, dove la mente inizia a osservare la schiena”.
  • “Per uno yogi gli asana backbending sono indicati per introiettare la mente, per guardare all’interno e indietro”.
  • “Senza  l’esatto movimento della colonna, non si può esistere (vivere) in modo dinamico”.
  • “I backbending richiedono un determinato standard sia nella mente che nel corpo”.
  • “Le capovolte lavorano su certe parti del corpo; gli asana in piedi lavorano su altre parti del corpo così come le rotazioni e i balances. Ma la comprensione del penetrare con la mente nei muscoli e nei nervi spinali non è data dalle suddette posizioni, ma solo dai backbending”.
  • “I praticanti dovrebbero provarli solo dopo che abbiano padroneggiato gli asana in piedi in particolare, le rotazioni e le capovolte. La parte degli equilibri non è rilevante per gli archi, ma gli altri devono essere padroneggiati. Essi sono la base degli archi”.
  • “Tadasana è la base degli asana in piedi. Janu Sirsasana è la base dei piegamenti in avanti. Negli asana capovolti, Sarvangasana è la base. Nei balancing Bakasana è la base. Negli archi Urdhva Dhanurasana è la base”.
  • …”voi create una tremenda profondità e vastità nel torace attraverso gli archi che il centro emotivo (Cuore) modula (riequilibria) tutti i tipi di tensioni e di pressioni. Non ci sarà mai occasione per una persona che effettua gli archi di diventare depresso o stressato a livello emotivo”.
  • “La bellezza degli archi è che la persona rimane stabile a livello intellettivo – non forte”.
  • “Gli archi donano stabilità al corpo e portano maturità nell’intelligenza in modo da sviluppare perfezione nel cervello e maturità nelle emozioni”.
  • “Affermo anche che con gli archi dovete essere cautamente coraggiosi. Non incautamente coraggiosi. Dovete discendere (negli archi) secondo il dettame della spina dorsale. Non potete comandare dal cervello di effettuare le posizioni (degli archi). Come quando giocate con un bambino, salvaguardando il bimbo da incidenti, in modo simile dovete giocare negli archi, sorvegliando la vostra spina dorsale”.
  • “Mantenete la mente, l’intelligenza e il potere della volontà in uno stato che non possano abusare e disturbare il vostro corpo”.
  • “Quando si fanno gli archi si deve pensare e ripensare. Si deve partire dall’inizio”.
  • “Nelle altre posture lo sterno viene toccato dal di fuori, mentre negli archi lo si tocca dall’interno. Questo ci aiuta a educare la mente in entrambi i modi. In Sirsasana, nelle discese in avanti e nei balancing, la mente agisce in modo estroverso (verso l’esterno). Negli archi la mente va all’interno. Con entrambi si colpisce la mente interna da dentro e da fuori usando il corpo come strumento”.
  • “Nelle discese in avanti si usa la mente esterna, mentre negli archi la mente esterna è resa silente e la mente interna è messa all’opera”.
  • “Negli archi si tocca ovunque il corpo fisicamente, mentalmente, intellettualmente, coscientemente e spiritualmente”.
  • “Questa è la bellezza degli archi. Emotivamente non potremo essere disturbati, perché il centro emotivo (Cuore) diventa estrovertito. Quando fate Viparita Dandasana, le vostre teste guardano all’indietro, ma la vostra mente cosciente si espande ovunque. Studiate osservando come la mente viene modulata. Conoscerete non solo la libertà nella colonna, ma anche nello spirito”.

 

Mi auguro di aver reso giustizia alla profondità d’intenti di B.K.S.Iyengar traducendo nel miglior modo per me possibile . Rileggo continuamente queste gemme preziose, facendo onore al suo detto “Pensare e ripensare” e praticando come mi è stato insegnato. Buona riflessione!

 

 

 

Fonte: Iyengar quotes on backbending –  Yoga wisdom Italia

A mia figlia Laura

Radhe

Rieccomi a pensare a te Radharani, come il nostro Guruj ti aveva chiamato scorgendo in te, con la sua preveggenza, le tue ricche potenzialità. Voglio ricordarti come realmente sei, buona, semplice, leale e amata da tutti. Chi ti ha conosciuto, veramente, ha potuto condividere con te gli aneliti più reconditi del tuo giovane Cuore, troppo sensibile per la giungla di questo mondo, dove bisogna essere scaltri come i cobra per non cadere vittima delle sue miserie. Chi non ti ha voluto conoscere, pur avendone avuta l’opportunità, ha perso per sempre la gioia di godere del profumo di un raro fiore colorato che protendeva i suoi petali verso il Cielo, sorridendo…

Non ho mai avuto assistenti nel mio lavoro dello yoga e, forse, mai li avrò: solo TU eri capace di capire con uno sguardo fugace ciò che andava fatto nelle correzioni ascoltando, imparando velocemente e mettendo in pratica con una abilità che mi lasciava pensoso e al tempo stesso orgoglioso di te.

Ora in questa sera del sei febbraio voglio ricordare a tutti coloro che ti hanno conosciuto, quanto la tua giovane vita ha inciso profondamente tracce indelebili nelle nostre anime, troppo profonde e nitide per essere cancellate dalle incurie del tempo. Davanti a ogni sfida ci rincuoravamo entrambi con “Forza e Onore”, scandendolo chiaramente e guardandoci dritti negli occhi, come due soldati prima della battaglia.

Si Radharanij, FORZA: per avere quel virya indispensabile per superare ogni ostacolo che la Vita ci mette davanti. E ONORE, per passare attraverso ogni sfida con la dignità e la saldezza d’animo di chi non cede nel più profondo della sua Anima davanti a nulla, perché sa chiaramente che la sua vera origine è divina ed immortale. In questa sera di febbraio rimani ancora una volta, come sempre, vestita della tua Luce più fulgida nel giardino del nostro Cuore. Un saluto dai tuoi gurubai: ricordati sempre di noi, ovunque tu sia…