Il Maestro e lo scorpione

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Un maestro zen vide uno scorpione annegare e decise di tirarlo fuori dall’acqua. Quando lo fece, lo scorpione lo punse. A causa del dolore l’uomo lasciò l’insetto che, di nuovo, cadde in acqua e in procinto di annegare. Il maestro tentò ancora di tirarlo fuori e nuovamente lo scorpione lo punse. Un giovane discepolo che era lì gli si avvicinò e gli disse: “Maestro! Perchè continuare ancora? Non vedete che ogni volta che provate a tirarlo fuori dall’acqua lui crudelmente vi punge?”

Il maestro quietamente rispose:”Figlio mio, la natura dello scorpione è quella di pungere ciecamente. Ma questo non cambierà la mia natura, che è quella di porgere aiuto amorevole.”

Poi il maestro con l’aiuto di un ramoscello tirò fuori lo scorpione dall’acqua, e gli salvò la vita.

Quindi, guardando negli occhi il giovane monaco, continuò: “Se qualcuno ti ricambia con il male non devi mutare la tua natura. Solamente, prendi delle precauzioni. La natura umana è quasi sempre ingrata del bene che gli stai facendo, ma questo non può essere un valido motivo per smettere di fare del bene e coltivare l’Amore della tua Anima. Vigila sempre sulla tua Coscienza e non curarti mai della tua reputazione: la tua Coscienza è quello che tu SEI, mentre la tua reputazione è quello che gli altri pensano di te. E quando la Vita ti presenta mille ragioni per piangere, tu mostrale che hai mille ragioni per sorridere!”

Dedicato a tutti gli insegnanti nello Yoga, a coloro che mi hanno formato pazientemente e a tutti quelli che instancabilmente e amorevolmente si prodigano per la diffusione capillare di questa Vidya (conoscenza). Ai miei insegnanti formatori dico GRAZIE: nessuna delle vostre fatiche, delle vostre correzioni e delle vostre possenti esortazioni è stata mai vana. Se oggi sono quel che sono è stato grazie anche alla fiducia che voi avete riposto in me.

A tutti coloro che come me insegnano, qualunque sia il livello e la pratica, do anch’io testimonianza che a volte si incontrano “allievi-scorpione”, i quali possono mettere a dura prova la nostra Fede e il nostro Amore. Al tempo stesso però rappresentano opportunità preziose per seminare nella loro coscienza dei semi che, probabilmente, noi non vedremo mai germinare.

Agli insegnanti spetta il compito di donare con Amore consapevoli che, a volte, un “paio di punture” da qualche “allievo-scorpione” sono da tenere in conto: a quel punto c’è da usare un “ramoscello” per gestire la situazione e senza mai perdere di vista chi veramente siamo. E l’Universo ci dona questi casi sporadici perchè sono necessari per il nostro percorso.

Ma l’amore e il sacrificio richiesti per continuare ad insegnare, saranno ripagati da miriadi di fiori colorati, sbocciati nelle anime di coloro che, con altrettanta dedizione, avranno silenziosamente coltivato i semi che un tempo piantammo nel loro Cuore.

Supta Baddha Konasana

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Supta Baddha Konasana o “posizione legata ad angolo, sdraiata” è uno degli asana ristorativi praticato molto spesso con dei supporti. Il bolster (grande cuscino lungo), le cinture e le coperte fanno una notevole differenza donando un riposo rigenerante e profonda quiete mentale.

Le coperte possono essere arrotolate sotto l’esterno delle gambe per avere un più profondo rilassamento nelle gambe interne e nel pavimento pelvico. Bobby Clennell, insegnante con pluriennale esperienza consiglia di “praticare questo asana durante il periodo mestruale, specialmente se soffrite di crampi dovuti al ciclo o se il vostro livello energetico è basso”.

La posizione è inoltre eccellente per le donne in gravidanza, favorendo la morbidezza del bacino. Bobby Clennel consiglia di restare nell’asana dai 5 ai 10 minuti, fino ad un massimo di mezz’ora nei praticanti esperti.

Fonte: Bobby Clennell

L’uso del Viparita Dandasana bench nello Yoga Iyengar

Il Viparita Dandasana bench, in termine tecnico “la balena”, è un attrezzo usato nello yoga Iyengar e ben conosciuto dai praticanti di questo sistema. Viene utilizzato per la pratica degli archi (estensioni all’indietro della schiena) e non solo, come potrete vedere nel filmato. Questo attrezzo permette una prolungata permanenza nell’asana minimizzando l’impatto del peso corporeo su ossa, giunti articolari e muscolatura.

La permanenza prolungata nelle diverse variazioni degli asana riestende la parte frontale della colonna vertebrale, crea nuovo spazio nel cavo addominale per gli organi interni ed apre il torace. Una utilissima scoperta, frutto della geniale creatività del nostro caposcuola B.K.S.Iyengar e del suo impegno nei decenni, per trovare sempre nuove strategie per supportare differenti corpi con differenti problematiche nell’esplorazione degli asana.

Queste che potete vedere sono solo alcune delle applicazioni del Viparita Bench nell’esecuzione di alcuni asana. Vi saranno di aiuto nella vostra pratica quotidiana, variando le applicazioni agli asana e migliorando la qualità del vostro yoga. Buon lavoro!

Il suono del silenzio

 

 

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“Il miglior periodo per pregare è la notte, perché ci sono meno distrazioni. Non appena la tua volontà si sarà rafforzata, Dio comincerà a risponderti. Ma, nonostante ciò se hai il desiderio egoista di dimostrare il potere delle tue preghiere agli altri o di utilizzarlo a fini materiali, perderai tale potere. Il Signore verrà da te solamente se sarai sincero e se lo amerai più di chiunque altro.

Chi persisterà nelle sue preghiere fino a ricevere la risposta di Dio? Il Signore non è un Essere muto e insensibile; Egli è l’Amore Stesso. Se imparerai a meditare e a stabilire un contatto con Lui, Dio risponderà alle tue esigenze. Non è necessario che implori; puoi chiedere al Padre ciò che desideri, come un suo figlio.

Ma chi dedica tempo sufficiente alle preghiere? Chi persiste nel suo proposito fino a raggiungere la concentrazione sufficiente per ricevere la risposta divina? Supponiamo che la tua casa sia stata ipotecata e non ti sia possibile pagare l’ipoteca, oppure che desideri ottenere un determinato lavoro. Durante lo stato di quiete che si presenta dopo avere meditato profondamente, concentrati sulla tua necessità con una volontà infaticabile. Ma non attendere ansiosamente i risultati. Se pianti un seme nella terra e dopo continui a scavarla per vedere se il seme è germogliato, esso non germoglierà mai. Allo stesso modo , se ogni volta che preghi cerchi un segnale del fatto che Dio ti concederà il tuo desiderio, non succederà niente. Non cercare mai di mettere alla prova il Signore, ma continua a pregare incessantemente.

Il tuo dovere è solo quello di presentare le tue necessità a Dio e fare quanto è in tuo potere per aiutarti a soddisfarle. Così per esempio in caso di malattia cronica, sforzati al massimo per curarti, ma ricorda sempre che, in ultima istanza, solo Dio può guarirti. Meditando, ogni notte, concentrati su questo pensiero e prega con tutta la tua determinazione; un giorno, all’improvviso, scoprirai che la malattia è sparita. Per prima cosa la mente riceve un suggerimento, poi Dio impregna la mente del Suo Potere, e infine la mente scaricherà l’energia vitale che porterà alla guarigione.

Pochi conoscono il potere di Dio nelle loro menti, questo controlla tutte le unzioni corporali. Se eserciti il potere mentale, ti sarà possibile provocare qualunque condizione desiderata dal tuo corpo. È necessario che tu apprenda come prima cosa il metodo corretto per meditare, dato che attraverso la meditazione fortificherai la tua concentrazione e potrai applicarla quindi per curare il corpo o per superare qualunque difficoltà.

Cerca di compiere ogni giorno alcuni compiti che ti siano particolarmente difficili. Anche quando avrai fallito cinque volte continua a sforzarti e non appena avrai successo concentra la tua mente sul prossimo obiettivo. La volontà è lo strumento attraverso il quale si riflette l’immagine di Dio al tuo interno.

Nella volontà giace l’illimitato potere divino, il potere che controlla tutte le forze della natura. Dato che sei stato creato a immagine di Dio, quel potere ti appartiene e puoi applicarlo per soddisfare i tuoi desideri: mediante esso puoi creare la prosperità e anche trasformare l’odio in amore. Dio è la tua maggiore necessità.

La porta del Cielo si trova tra le tue sopracciglia, nel terzo occhio. Questo centro, localizzato nel cervello, è il posto della volontà. Quando ti concentri profondamente in tale luogo ed eserciti con calma la tua volontà, tutto quanto desideri si realizzerà. Ma non usare mai la tua volontà per uno scopo errato. Il desiderare intenzionalmente il dolore altrui, costituisce, ad esempio un grave abuso di questo divino potere. Se hai la prova che la tua volontà è indirizzata nella direzione errata, fermati! Analizza sinceramente se la tua preghiera è legittima o no. Non chiedere a Dio cose che sono totalmente impossibili con l’ordine naturale della vita, ma chiedigli la soddisfazione delle tue vere necessità.

Devi imparare a riconoscere la differenza tra ‘necessità necessarie’ e ‘necessità inutili’. Ragiona su di esse con te stesso. Elimina tutti i desideri di possedere cose inutili e concentrati solamente sulle tue vere necessità. Dio è la tua maggiore necessità. Egli soddisferà non solo le tue ‘necessità necessarie’, ma anche le tue ‘necessità inutili’. Egli, quando raggiungerai l’unità con Lui, materializzerà ogni tuo desiderio, persino i tuoi ‘sogni impossibili’ si materializzeranno.”

Fonte: Paramahansa Yogananda

Armonizzare flessibilità e resistenza

Ogni vera scienza parte con l’osservazione dei fatti e la successiva formazione dei concetti. Quando osserviamo il mondo esterno, notiamo che è composto da dualità: luce e buio, caldo e freddo, duro e soffice, acido e basico, insieme alle forze creative dell’Universo che si contrappongono alle forze distruttive. L’equilibrio tra le due forze opposte porta a ciò che chiamiamo “salute” nel nostro sistema mente-corpo.

 

COME  LO YOGA ARMONIZZA QUESTI DUE PRINCIPI.

Gli antichi yogi riconobbero le forze creative e disgreganti attive nella nostra vita ed in Natura, e notarono l’importanza di portarle in equilibrio tra di loro. Svilupparono così un sistema chiamato Hatha Yoga, dove HA sta per Sole, il principio maschile e attivo riferito al sistema nervoso simpatico, e dove THA sta per Luna, principio passivo, femminile, rinfrescante e che corrisponde al sistema nervoso parasimpatico.

 

PERCHE’ DOBBIAMO EQUILIBRARE QUESTI DUE PRINCIPI?

Quando eseguiamo un asana che sia un Trikonasana, un piegamento in avanti, un arco indietro o il semplice estendere le braccia in alto oltre il capo, state facendo state facendo la posizione grazie alla flessibilità delle vostre giunture o bilanciamo il movimento delle braccia con la resistenza. Ci sono due opzioni quando si esegue un asana. Per esempio Tadasana con braccia in Urdhva Hastasana: estendere le vostre braccia in alto sopra la testa per ri-estendere il torace può produrre due risultati:

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1)  Lo studente potrebbe sperimentare rigidità nelle spalle e avere difficoltà nel sollevare le braccia: inoltre necessiterebbe di ulteriore movimento per sollevare le braccia…oppure

2) C’e flessibilità iperestesa, TROPPO movimento e una mancanza di resistenza e di confini nel giunto articolare.

Nella persona rigida il corpo sta tentando di proteggersi e abbiamo bisogno di trovare una maniera di portare MOVIMENTO nelle giunture, perchè il corpo E’ rigido.  Nella persona iperestesa o flessibile c’è troppo movimento che si manifesta come IPERESTENSIONE.

Potremmo ammirare questa tipologia di persone nell’ambito di una classe di yoga,pensando che è una buona cosa essere flessibili. In realtà le persone flessibili rischiano di farsi male alla stesso modo di come rischiano le persone rigide: la mancanza di resistenza nei loro corpi grava sui nervi causando fatica, irrequietezza, pesantezza e mal di testa.

Questo perché non bilanciano l’iperflessibilità delle loro giunture con la resistenza. Per resistenza si intende la capacità di mantenere un range di movimento funzionale e che non vada oltre questo limite. Quindi per quanto il corpo sia flessibile, la mente dovrebbe resistere e rendersi “rigida” per così dire, per il corpo, in modo da eseguire l’asana con difficoltà: questa difficoltà e resistenza (autoricercate) creano una azione e una contro-azione, che spingono l’Intelligenza a studiare l’asana nella sua corretta prospettiva.

 

COME RISOLVE L’ IYENGAR YOGA QUESTA PERENNE DUALITA’?

Il sistema dello yoga Iyengar pone enfasi sull’ equilibrio tra flessibilità e rigidità, mettendolo in pratica in ogni asana. Riconosce l’importanza dei due principi nell’ambito della nostra pratica. La flessibilità porta libertà di movimento nelle giunture e nei muscoli migliorando la circolazione del sangue e favorendo la buona salute.

Rigidità e durezza danno dei feedback al cervello e alla mente mediante azione e contro-azione che spinge l’Intelligenza a chiedersi cosa ci sia di giusto e di sbagliato nell’esecuzione di un asana, la quale a sua volta crea sensibilità nel corpo e nella mente. Questo riequilibrio tra i due opposti principi dona armonia e tonifica il nostro corpo, con effetti benefici sulla nostra mente e sulla nostra anima.

In ogni asana noi manteniamo un complesso equilibrio tra parte destra e sinistra, sopra e sotto dei due lati del corpo portando equanimità o stabilità (Sthira) che rendono in grado agli organi interni di funzionare a un livello ottimale, ai sensi di percezione di divenire sensibili ed acuti, e alla mente di divenire quieta e serena.