Ogni vera scienza parte con l’osservazione dei fatti e la successiva formazione dei concetti. Quando osserviamo il mondo esterno, notiamo che è composto da dualità: luce e buio, caldo e freddo, duro e soffice, acido e basico, insieme alle forze creative dell’Universo che si contrappongono alle forze distruttive. L’equilibrio tra le due forze opposte porta a ciò che chiamiamo “salute” nel nostro sistema mente-corpo.
COME LO YOGA ARMONIZZA QUESTI DUE PRINCIPI.
Gli antichi yogi riconobbero le forze creative e disgreganti attive nella nostra vita ed in Natura, e notarono l’importanza di portarle in equilibrio tra di loro. Svilupparono così un sistema chiamato Hatha Yoga, dove HA sta per Sole, il principio maschile e attivo riferito al sistema nervoso simpatico, e dove THA sta per Luna, principio passivo, femminile, rinfrescante e che corrisponde al sistema nervoso parasimpatico.
PERCHE’ DOBBIAMO EQUILIBRARE QUESTI DUE PRINCIPI?
Quando eseguiamo un asana che sia un Trikonasana, un piegamento in avanti, un arco indietro o il semplice estendere le braccia in alto oltre il capo, state facendo state facendo la posizione grazie alla flessibilità delle vostre giunture o bilanciamo il movimento delle braccia con la resistenza. Ci sono due opzioni quando si esegue un asana. Per esempio Tadasana con braccia in Urdhva Hastasana: estendere le vostre braccia in alto sopra la testa per ri-estendere il torace può produrre due risultati:
1) Lo studente potrebbe sperimentare rigidità nelle spalle e avere difficoltà nel sollevare le braccia: inoltre necessiterebbe di ulteriore movimento per sollevare le braccia…oppure
2) C’e flessibilità iperestesa, TROPPO movimento e una mancanza di resistenza e di confini nel giunto articolare.
Nella persona rigida il corpo sta tentando di proteggersi e abbiamo bisogno di trovare una maniera di portare MOVIMENTO nelle giunture, perchè il corpo E’ rigido. Nella persona iperestesa o flessibile c’è troppo movimento che si manifesta come IPERESTENSIONE.
Potremmo ammirare questa tipologia di persone nell’ambito di una classe di yoga,pensando che è una buona cosa essere flessibili. In realtà le persone flessibili rischiano di farsi male alla stesso modo di come rischiano le persone rigide: la mancanza di resistenza nei loro corpi grava sui nervi causando fatica, irrequietezza, pesantezza e mal di testa.
Questo perché non bilanciano l’iperflessibilità delle loro giunture con la resistenza. Per resistenza si intende la capacità di mantenere un range di movimento funzionale e che non vada oltre questo limite. Quindi per quanto il corpo sia flessibile, la mente dovrebbe resistere e rendersi “rigida” per così dire, per il corpo, in modo da eseguire l’asana con difficoltà: questa difficoltà e resistenza (autoricercate) creano una azione e una contro-azione, che spingono l’Intelligenza a studiare l’asana nella sua corretta prospettiva.
COME RISOLVE L’ IYENGAR YOGA QUESTA PERENNE DUALITA’?
Il sistema dello yoga Iyengar pone enfasi sull’ equilibrio tra flessibilità e rigidità, mettendolo in pratica in ogni asana. Riconosce l’importanza dei due principi nell’ambito della nostra pratica. La flessibilità porta libertà di movimento nelle giunture e nei muscoli migliorando la circolazione del sangue e favorendo la buona salute.
Rigidità e durezza danno dei feedback al cervello e alla mente mediante azione e contro-azione che spinge l’Intelligenza a chiedersi cosa ci sia di giusto e di sbagliato nell’esecuzione di un asana, la quale a sua volta crea sensibilità nel corpo e nella mente. Questo riequilibrio tra i due opposti principi dona armonia e tonifica il nostro corpo, con effetti benefici sulla nostra mente e sulla nostra anima.
In ogni asana noi manteniamo un complesso equilibrio tra parte destra e sinistra, sopra e sotto dei due lati del corpo portando equanimità o stabilità (Sthira) che rendono in grado agli organi interni di funzionare a un livello ottimale, ai sensi di percezione di divenire sensibili ed acuti, e alla mente di divenire quieta e serena.