Shraddha: il potere della fede

 
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“Perdere fede in se stessi significa perdere fede in Dio. Credete in quell’infinita, buona Provvidenza che lavora in voi e attraverso di voi? Se credete che questo Uno Onnipresente si trovi in ogni atomo, in ogni cosa, penetrando il vostro corpo, mente e anima, come potete scoraggiarvi?

Agli uomini viene insegnato fin dall’infanzia che sono deboli e che sono dei peccatori. Insegnate loro che sono tutti figli gloriosi dell’immortalità, anche quelli che sembrano essere più deboli.

Lasciate che pensieri positivi, forti, giovevoli entrino nei vostri cervelli dall’infanzia. Apritevi a questi pensieri, e non a pensieri svilenti e paralizzanti. Dite alle vostre menti, “Io sono Lui, io sono Lui.” Lasciate che questo risuoni nelle vostre menti come una canzone giorno e notte, e in punto di morte dichiarate, “Io sono Lui.” Questa è la verità. La forza infinita del mondo è vostra.

Coloro che incolpano altri (e aihmè! il numero di questi sta crescendo ogni giorno) sono in genere infelici, con cervelli deboli. Si sono messi loro in quella condizione attraverso i loro errori, e incolpano gli altri; ma questo non altera la loro posizione. Non li aiuta in alcun modo. Questo tentativo di gettare la colpa su altri non fa altro che indebolirli di più.

Perciò non incolpate altri per i vostri errori; reggetevi sulle vostre gambe e assumetevi la vostra responsabilità. Dite: “Questa infelicità che sto soffrendo è opera mia, e ciò vuol dire che dovrà essere disfatta da me solo.” Quello che io ho creato posso annientare; quello che è creato da qualcun altro non sarò mai in grado di distruggere. Perciò alzatevi, siate audaci, siate forti!

Tutta la forza e l’aiuto che volete è dentro di voi. Dunque create il vostro futuro. Lasciate che il passato morto seppellisca i suoi morti. Il futuro infinito è dinanzi a voi, e voi dovrete sempre ricordarvi che ogni parola, pensiero, e azione è di grande importanza, e che come i pensieri cattivi sono pronti ad aggredirvi come tigri, così esiste anche la speranza ispiratrice che i pensieri buoni e le buone azioni siano pronti, con il potere di centomila angeli, a difendervi sempre e per sempre.”

Vivekananda

Siediti e pratica!

La creatività dell’Iyengar yoga permette di utilizzare molti attrezzi per eseguire asana apparentemente “impossibili”. Questa insegnante messicana ci dimostra che, sfidando con una sedia la forza di gravità, un asana del calibro di Mayurasana viene presa con una leggerezza e una fluidità eccezionali. Un’idea per esplorare ulteriormente il mondo affascinante dello yoga. Buona sperimentazione!

Lo yajna del pranayama 1

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Il pranayama è ritenuto la scienza suprema per ottenere la purificazione e il controllo della mente (chitta) e la liberazione dalla dualità di attrazione e repulsione. Cominceremo con questo post un lungo viaggio nel mondo del pranayama, dove esploreremo molti aspetti sconosciuti di questo mondo misterioso e ci soffermeremo sull’approfondimento di tecniche, riferimenti ai Veda e implicazioni tra le scritture e la pratica del pranayama, elementi indissolubilmente legati tra loro. Racconterò riguardo a quel che ho appreso e sperimentato nei miei viaggi in India, dove ho conosciuto i risvolti più esoterici del pranayama. Molti saranno gli aspetti trattati di questo vastissimo tema dalle infinite potenzialità. E’ una scienza psicosomatica, in quanto esplora le complesse connessioni esistenti tra le mente e il corpo e come ristabilire armonia ed equilibrio tra i due. Sarà un viaggio affascinante e dai molti risvolti pratici, che spero potranno essere utili come ispirazione per la vostra pratica quotidiana di questa sacra vidya (conoscenza).

Un punto di riferimento fondamentale per i praticanti del pranayama è la Bhagavad Gita, un codice “criptato” per i praticanti di questa sacra scienza. Nel capitolo IV versi 29-30 il Signore Krishna insegna al suo discepolo Arjuna diverse modalità di yajna (sacrifici) per ottenere la liberazione e diverse tipologie di yogi.

Tra i vari yajna descritti c’è il kumbhaka pranayama, ovvero la fusione di prana e apana, due delle cinque arie principali (vayus) che controllano il corpo umano, all’interno del canale sottile principale che si trova dentro la spina dorsale dello yogi: sushumna nadi.

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Il corpo del praticante di pranayama è l’altare dove si svolge il sacrificio, la sacra cerimonia del fuoco (agni-hotra), l’inspirazione (puraka) è l’offerta sacrificale e l’espirazione (rechaka) è il fuoco sacro che brucia le offerte. La ritenzione del respiro (kumbhaka) è il momento dove l’offerta sacrificale viene consumata nel fuoco dell’espirazione (rechaka) e dove fiamma e offerta si fondono in un fuoco purificante. l’immagine che apre il post è molto eloquente come spiegazione.

Da questo processo lo yogi consegue la conoscenza (vidya) per avere il controllo del suo respiro (pranayama vidya). Prana risiede nel torace superiore, dove il respiro affluisce. Apana risiede nella parte inferiore del torace, dove il respiro fuoriesce. Quando questi due vayus si fondono nell’inspirazione, si ha lo stato di puraka kumbhaka. Quando apana si connette con prana e fuoriesce grazie all’espirazione, si ha lo stato di vuoto di rechaka kumbhaka.

Grazie alla pratica regolare e costante, assimilando questa conoscenza grazie all’esperienza giornaliera, lo yogi rende il Pranayama vidya un parte fondamentale della sua conoscenza, del suo essere (buddhi). Lo yogi dona alla sua anima (atma) l’offerta del soffio vitale, del suo “Io”, della sua saggezza e della sua conoscenza come oblazione sacrificale(Atmahuti) .

Lo yogi offre il respiro del suo essere a Dio come sacrificio e riceve il respiro della vita dal Signore come sua benedizione. Il prānā nel corpo dell’individuo (jivātmā) è parte del respiro cosmico dello Spirito Universale (Paramātmā); attraverso la pratica del prānāyāma si compie il processo di armonizzare il respiro individuale con il respiro cosmico. Se desiderate una mente controllata, per prima cosa regolate il vostro respiro, poiché quando questi è sotto controllo, il cuore sarà in pace: un respiro spasmodico porta invece il cuore in agitazione. Prima di iniziare qualsiasi attività regolate il respiro che addolcirà il vostro carattere, calmerà il vostro spirito. La chitta (un aspetto della mente) è come un carro aggiogato ad un tiro di cavalli potenti. Uno di essi è prānā (respiro), l’altro è vāsanā (desiderio). Il carro si muove nella direzione del cavallo più potente; se viene regolarmente praticato il controllo del respiro, si ha controllo dei desideri, si tengono a freno i sensi e si calma la mente. Se prevale il desiderio, si ha invece respiro disordinato e mente agitata e turbata. Per questa ragione lo yogi impara la scienza del respiro che, moderato e controllato, regola la mente e ne calma il moto costante.

 

Fonte: Teoria e pratica del pranayama – B.K.S.Iyengar

Pensieri del Maestro Peter Deunov

L’11 luglio 1864 intorno alle 12 di mezzogiorno nel villaggio Hadarcia (all’epoca parte dell’Impero Ottomano, oggi Nikolaevka, a 30 chilometri dalla città bulgara Varna) nasce Peter Konstantinov Deunov. È il terzo figlio del prete Konstantin Deunovski e Dobra Atanassova che prima di lui hanno avuto un figlio di nome Atanas e una figlia di nome Maria.

Nel 1872 è iscritto alla scuola primaria bulgara nel villaggio Hadarcia che viene chiusa durante la guerra di liberazione russo-turca (1877-1887).Dopo la liberazione della Bulgaria, termina gli studi superiori nella scuola maschile quinquennale di Varna.

Il 25 Luglio 1886 termina gli studi alla scuola metodista americana di Svishtov e dopo di che insegna per due anni alla scuola di Hotanza, vicino a Russe.

Nel mese di agosto 1888 parte per gli Stati Uniti e si iscrive come studente alla Scuola Metodista di Teologia “Drew” di Madison, nel New Jersey e termina i suoi studi nel 1892. Nell’autunno dello stesso anno si iscrive alla Facoltà Teologica dell’Università di Boston, scrive la sua tesi di laurea sul tema “La migrazione delle tribù germaniche e la loro cristianizzazione” e si laurea nel mese di giugno del 1893. Per un anno frequenta lezioni presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Boston e nel 1894 ottiene un certificato che gli attribuisce il diritto di praticare la medicina.

Nel 1895 Peter Deunov ritorna in Bulgaria e trascorre gli anni fino al 1899 in solitudine e lavoro interno e profondo. Si stabilisce a Varna e rinuncia ai posti di lavoro come predicatore metodista e teosofo che gli vengono offerti. Nell’autunno del 1896 scrive il libro “Nauka i vazpitanie” (“Scienza ed educazione”) in cui analizza la via dell’uomo nel dramma del mondo e parla delle basi della nuova cultura che verrà nel secolo successivo.

Il 7 marzo 1897, all’età di 33 anni, nel villaggio Tetovo, vicino a Russe, lo Spirito Divino scende su di lui. La persona di Peter Deunov si trasforma nel Maestro della Fratellanza Bianca Beinsa Duno.

Dal 1898 comincia una corrispondenza con i suoi primi studenti: Penio Kirov della città di Burgas, dr Georghi Mirkovic della città di Sliven e Maria Kasakova della città di Veliko Tarnovo.

Il 13 febbraio 1899, nella città di Varna, scrive “Le dieci testimonianze di Dio” e il 24 febbraio “La promessa di Dio”. Il 28 febbraio sottoscrive, insieme ai suoi studenti Penio Kirov e Todor Stoimenov, le risposte alle “Dieci testimonianze”.

       Nel 1899-1900 vive presso il prete Konstantin Deunovski nella città di Novi Pazar.

Il 7 aprile 1900 convoca a Varna il primo concilio della Fratellanza Bianca, che chiama “incontro della Catena”. Sono presenti Penio Kirov, Todor Stoimenov di Burgas e dr Georghi Mirkovic di Sliven.

Dal 1900 al 1942 organizza, ogni mese di agosto, i concili annuali della Fratellanza Bianca in diverse località: a Varna (1900-1908), a Veliko Tarnovo (1909-1925), a Sofia (1926-1942), sulle montagne Rila e Vitosha.

Dal 1901 al 1912 viaggia e visita diverse città in Bulgaria, tiene lezioni e studia utilizzando la frenologia alcune persone considerate rappresentanti del popolo bulgaro. Nel 1904 si trasferisce a Sofia, dove rimane per un lungo periodo nella casa di Petko Gumnerov in via Opalcenska 66. Comincia a tenere predicazioni pubbliche in forma di lezioni. In queste lezioni Cristo occupa il posto principale e viene considerato come una persona storica, cosmica e metafisica.

Nel 1912, nel villaggio Arbanassi, vicino a Tarnovo, lavora sulla Bibbia ed elabora il “Testamento dei raggi di sole della luce” che viene stampato nel mese di settembre dello stesso anno. Sulla pagina iniziale c’è scritto: “Sarò sempre un servo fedele di Gesù Cristo, Figlio di Dio, il 15 agosto, Tarnovo, 1912”.

Il 9 marzo 1914 organizza una riunione di preghiera per accogliere l’Anno Nuovo Spirituale che viene dichiarato “inizio della Nuova Era dell’Acquario”.

Il 16 Marzo 1914 tiene a Sofia la prima lezione (ufficialmente stenografata) intitolata “Ecco l’Uomo” con cui pone l’inizio della serie “Vita e forza”. In queste lezioni presenta i principi di base dell’Nuovo insegnamento della Fratellanza Bianca.

Il 15 febbraio 1917 inaugura a Sofia un ciclo di lezioni speciali, tenute a donne sposate, che continua fino al 30 Giugno 1932.

Il 24 febbraio 1922 inaugura una scuola esoterica a Sofia che chiama “Scuola della Grande Fratellanza Universale”. È composta da due classi di studenti. La “Classe occulta comune” viene inaugurata con la lezione “Trite jivota” (Le tre vite), mentre quella speciale (per i giovani) viene inaugurata con la lezione “Dvata patia” (Le due vie). Le lezioni tenute nelle due classi continuano per 22 anni con frequenza settimanale, fino al mese di dicembre 1944.

Il 21 agosto 1922, al concilio della Fratellanza Bianca a Velito Tarnovo, presenta la canzone “Fir-Fur-Fen, Benedica”, con la quale comincia la serie di esercizi scolastici musicali, che termina nel 1944 con “La Nuova essenza”.

Nel 1927 Peter Deunov crea, vicino a Sofia, il villaggio Izgrev (oggi quartiere Izgrev) in cui si riuniscono i suoi ascoltatori, seguaci e studenti. Si stabilisce definitivamente ad Izgrev, dove insegna in un salone appositamente costruito.

Il 19 agosto 1927, al concilio della Fratellanza Bianca Universale, tiene una serie di lezioni raccolte nel ciclo “La via dello studente”.

Il 21 Settembre 1930 inaugura una nuova corrente nelle sue lezioni: Lezioni mattutine della domenica.

Nel 1934 presenta la Paneuritmia: un ciclo di ventotto esercizi di musica, testo e movimenti plastici. Più tardi aggiunge gli esercizi “Raggi di Sole” e “Pentagramma”.

Il 4 maggio 1936 un attivista del Partito Democratico lo picchia causandogli un’emoraggia cerebrale e paralisi. Nonostante la malattia, il 14 luglio 1936 esce con i suoi seguaci ai Sette laghi di Rila e il 12 agosto ristabilisce completamente la sua salute.

Il 22 Marzo 1939 scrive un messaggio diretto ai suoi studenti “L’eterno testamento dello Spirito”.

All’inizio del 1944, durante i bombardamenti su Sofia, organizza l’evacuazione di Izgrev verso il villaggio Marciaevo, a 24 chilometri da Sofia. Si stabilisce nella casa (attualmente museo) del suo studente Temelko Temelkov. Ritorna a Izgrev il 19 Ottobre1944.

Il 20 dicembre 1944 presenta l’Ultima Parola davanti alla classe occulta comune.

Il 27 dicembre 1944 abbandona il mondo fisico. Il suo corpo viene sotterrato a Izgrev, presso il punto oggi chiamato “Il luogo”.

Oggi il Maestro Peter Deunov ha seguaci in tutto il mondo.

 

 

Magia della Via Lattea

 

 

“Le stelle non sono solo corpi celesti che producono ed emettono energia, ma sono mondi popolati da entità spirituali che ci inviano messaggi. Percorrendo con lo sguardo la volta celeste, trovate una stella sulla quale sentite il bisogno di soffermarvi perché, lo percepite, avete con essa un legame vivo. Concentratevi su quella stella e rivolgetevi agli angeli che la abitano. Sono amici ai quali potete confidare le vostre
preoccupazioni, i  vostri dispiaceri, ma soprattutto le vostre aspirazioni e le vostre speranze.
Da tali esperienze ritornerete con una più vasta comprensione della vita, con la sensazione che non siete mai soli e che vi sono forze benevole a occuparsi di voi, a intrattenersi con voi. Anche se non sapete chi esse siano esattamente, sentirete la loro presenza. Dinanzi all’immensità della volta celeste l’essere umano, è vero, rappresenta ben poca cosa, ma questa non è una buona ragione per sentirsi soli o smarriti.”