Un breve e profondo filmato per riflettere sulle priorità nelle nostre vite quotidiane. Buona visione.
Un breve e profondo filmato per riflettere sulle priorità nelle nostre vite quotidiane. Buona visione.
Le parole di B.K.S.Iyengar non hanno tempo e risuonano nel tempio della nostra anima con un’eco di altre epoche, anche se sempre attuale. Con la saggezza degli antichi Rishi il maestro ci esorta a rendere perennemente nuova, come un’ eterna primavera, la conoscenza dello yoga che è antica come le montagne.
L’uso che facciamo della nostra memoria può incatenarci a un passato traumatico nel quale restare bloccati e senza alcuna speranza, o può farci brillare nel momento presente senza essere legati dal passato nè, per motivazioni egoistiche, dall’incerto futuro.
Si agirà semplicemente, consapevoli dell’attimo che scorre via come sabbia tra le dita e centrati nel presente. Per usare le parole del maestro, “Ciò che facciamo per un lungo periodo di tempo rimuove ciò che abbiamo creato in un lungo periodo di tempo. Attraverso molti minuti, molte ore, molti anni di pratica costante e attenta (tapas), possiamo lavare via le nostre macchie e curare le nostre ferite e fragilità.”
Il suo insegnamento rivivrà in ognuno di noi che, mettendo in pratica la ricerca di tutta la sua lunga vita, cesellerà con silenziosa pazienza il proprio corpo e la propria mente alla luce delle sue parole.
“Il ruolo della memoria nella pratica degli asana è quello di permetterci di confrontare la pratica di ieri con quella di oggi, per notare gli eventuali passi avanti effettuati nella giusta direzione. Ma molte persone ripetono ciò che hanno imparato in passato, e la loro presentazione degli asana diventa meccanica, cosa che porta il corpo e la mente a stagnare.
Un’asana non è una posizione che può essere assunta in maniera meccanica. Richiede l’impiego del pensiero, e quindi di una certa dose d’innovazione e improvvisazione, per conseguire alla fine un equilibrio tra il movimento e la resistenza. Non ripetetevi mai. La ripetizione rende la mente ottusa. Dovete sempre animare e creare interesse in ciò che state facendo.
Per illustrare il mio punto, a volte assumo un asana in piedi davanti ai miei studenti, e dico loro che ciò che ho appena eseguito è un asana perfetta. Nessuno di loro può dirmi se ci sono imperfezioni nella posizione. All’esterno appare perfetta, ma all’interno è morta, la mia mente si trova altrove. Dopodichè, eseguo nuovamente l’asana con la mia piena presenza mentale. Creo unità dentro me stesso, e faccio loro notare la concentrazione riposta sulle gambe, sul torso e sugli organi sensoriali. Le posizioni sono differenti in modo sensibile.
Non lasciate che le esperienze passate rimangano impresse indelebilmente nella vostra mente. Eseguite ogni volta gli asana con una mente fresca e un atteggiameto nuovo. Se state ripetendo ciò che avete fatto in precedenza, state vivendo nella memoria, e quindi nel passato. Ciò significa che non volete superare le esperienze passate. Conservare tali memorie è come dire: “Ieri l’ho fatto così”. Quando invece ci chiediamo: “C’è qualcosa di nuovo rispetto a quello che ho fatto ieri?”, significa che vogliamo progredire.
Chiedetevi se state facendo dei passi avanti o indietro. Solo così capirete come creare dinamismo in un asana statica. La memoria deve essere usata come trampolino di lancio, dal quale chiedersi: “Cosa posso fare in più rispetto a quello che ho fatto ieri?”. Questo sia nella pratica degli asana che nella vita.
Normalmente quando una persona è in grado di padroneggiare una posizione, questa perde il suo interesse. Per questo motivo si vedono molte persone che eseguono più volte la stessa posizione in maniera meccanica, mentre le loro menti si trovano altrove. In questo modo si sviluppano delle lacune, e il praticante non riesce più ad assaporare l’asana. Non è l’atteggiamento corretto da seguire.
Le persone pensano di aver raggiunto il traguardo. Ma come fanno veramente a saperlo? Potrebbe essere solamente un inizio. Dovete sempre vedere se riuscite a superare la linea delle esperienze passate.
Dovete creare dentro di voi un sentimento di bellezza, di liberazione e d’infinito, che può essere sperimentato solamente nel momento presente.”
Fonte: B.K.S.Iyengar – Vita nello yoga – Edizioni Mediterranee
Meravigliosa terra di Bharata, che da anni mi hai ospitato in tutta la tua accoglienza, a volte accogliente e materna, a volte spartana e senza fronzoli, ma lasciando ogni volta nel mio cuore echi di parole, volti, profumi, mantra cantati all’alba e al tramonto, e la rinnovata speranza di ritornare per calcare le orme dei Rishi di un tempo ancora una volta.
Le stesse immagini di questo filmato, le incoerenti, a volte, visioni che vedrete io ho visto decine e centinaia di volte. Persone, santi, templi, natura incontaminata, ashram, villaggi con una vita ferma a duecento anni fa, sapori antichi, profumi indescrivibili di spezie, incensi e brace dei focolari. E gli occhi, gli sguardi delle persone: i bambini, le donne, gli anziani, i Saggi, i mendicanti. Ognuno di essi, senza dire nulla, comunicava silenziosamente qualcosa di sé nella mia anima, leggendo segretamente il mio cuore.
Voglio citare Alberto Bevilacqua che ha magicamente condensato in queste parole il video: – I contrasti di una civiltà sono impressi negli sguardi delle persone che l’hanno resa tale. Sono gli sguardi di coloro i quali hanno incrociato la strada di Vittorio Russo, capitano di lungo corso, che nel libro “L’India nel cuore” racconta le ammalianti incoerenze fatte di riti brutali e universali bellezze di un continente dalle mille sfumature: l’India. Vittorio Russo stila il diario di viaggio che accarezza l’anima del lettore, ma non solo. Le incongruenze di questa cultura non lasciano via di scampo. A tratti asfissiano, ma allo stesso lasciano inebriati. L’India, paese dalle ferite millenarie e dalla sapienza antica, seduce. Il suo è un richiamo irresistibile, che rende ogni visitatore un moderno Ulisse in balia del canto delle sirene. –
Condivido pienamente le sue parole. Ogni anno ho la fortuna di ritornare in India e ammirare ogni volta frammenti diversi di questo grande e magico continente. E ogni volta, sorvolando l’aereoporto di Delhi appena prima di atterrare, il mio cuore batte forte all’impazzata come se…fosse il mio primo viaggio, Dicembre 1989, alla scoperta di questa misteriosa realtà che a ogni viaggio inspiegabilmente si rinnova: l’India, la sacra terra di Bharata. Buona visione e mi auguro di avervi con me nel mio prossimo sogno indiano, a dicembre 2014. A breve vi farò sapere e…al prossimo post!
Il poster di oggi vuol essere un memento per riflettere sulle sottili connessioni che esistono tra mente e corpo. I nostri movimenti corporei sono lo specchio del nostro mondo interiore. Lo yoga ci insegna come percepire il corpo dall’interno in quanto siamo abituati a vivere con parametri che ci riportano continuamente “al di fuori”, all’esterno, da un punto di vista egoico e non da come la buddhi (l’intelletto superiore) percepisce il corpo.
Sentire come spesso aggrediamo il pavimento con i piedi, comprendere come allineare correttamente il nostro corpo per renderlo libero dal dolore e creare libertà nella nostra mente: questo è il percorso nel quale lo yoga ci guida per migliorare la qualità delle nostre vite. La consapevolezza risvegliata nel nostro corpo ci permetterà di portare istintivamente consapevolezza nel nostro vissuto quotidiano. Lo yoga aiuta a creare individui consapevoli che faranno scelte consapevoli in virtù di una nuova luce che illumina la loro coscienza.
Questo significa scelta di una corretta alimentazione, di una giusta ripartizione di pratica dello yoga e lavoro quotidiano, di una scelta consapevole di pensieri e sentimenti che migliorino il proprio ambiente interno ed esterno. E scegliere una vita alla luce della consapevolezza e del risvegliarsi dal torpore robotico, non ci fa dissipare inutilmente energia ma ci fa prendere cura di noi stessi e vivere la vita che noi amiamo. Il corpo silenziosamente molto spesso palesa i conflitti vissuti nei nostri pensieri e nel nostro mondo dei sentimenti con rigidità, blocchi, spasmi improvvisi, “torcicolli”, “slogature” e tanto altro che la dice lunga sul nostro vissuto interiore.
Quel che oggi scrivo non vuole in alcuna maniera sostituirsi alla medicina della quale ho pieno rispetto, ma vuole semplicemente dare un ulteriore spunto di riflessione verso una visione psicosomatica del corpo umano. I disturbi artritici ci raccontano del non sentirsi amati, di antichi risentimenti non risolti e di un eccesso di critica verso gli altri. Le fratture ossee parlano di un tentativo di ribellione nei confronti dell’autorità. Una borsite descrive l’ira a lungo repressa dentro di noi.
Con le infiammazioni il nostro comunica le proprie paure, il “veder rosso” e un pensiero “infiammato”, estremo. Nell’inciampare e cadere continuamente, il corpo ci parla di una mancanza di centratura nel Sé e di mancanza di ordine nel pensiero. Una sciatica può descrivere una vita vissuta ipocritamente, la paura del futuro e del denaro. Gli scivolamenti dei dischi intervertebrali dipingono un sentimento assoluto di non essere supportati dalla Vita e indecisione.
Le slogature, specie se ricorrenti, raccontano il non volersi muovere verso una certa direzione nella vita, la resistenza interna e la rabbia a riguardo. Le varie “durezze” parlano delle nostre rigidità e del pensiero fisso. Spunti di riflessione che, uniti alla moderna scienza medica, danno una visione olistica del corpo umano.
Ma vediamo salendo dai piedi e arrivando alla testa, le differenti parti del corpo come possono raccontare i disagi interni.
Piedi – Le varie borsiti agli alluci raccontano di una mancanza di gioia nel vivere le esperienze della vita.
Caviglie- Problemi alle caviglie denotano senso di colpa e inflessibilità. Sono collegate alla capacità di ricevere piacere dalla vita.
Ginocchia- Orgoglio ed ego testardi. Incapacità di “piegarsi in ginocchio”. Paure. Voler arrendersi.
Fianchi- Paura di assumersi maggiori responsabilità. Non aver nulla per cui andare avanti nella vita.
Polsi- Rappresentano il movimento e la libertà.
Gomiti- Rappresentano il mutare direzione e l’accettare nuove esperienze.
Spina dorsale- Parte bassa: paura del denaro, mancanza di supporto finanziario. Parte media: Colpa. Bloccato nel passato. “Scendete dalla mia schiena!” (basta così!). Parte alta: mancanza di supporto emotivo. Sentirsi non amati.
Spalle- Rappresentano la nostra capacità di portare gioiosamente le esperienze della nostra vita. A causa del nostro atteggiamento la nostra vita diventa un fardello.
Collo- Testardaggine, inflessibilità. Rifiutarsi di vedere i differenti lati di una questione.
Ben ritrovati a tutti, amici dello yoga. Il post che scrivo oggi è sulla profonda esperienza vissuta in Bulgaria, nella bella scuola di yoga “Master of Balance”di Varna, Bulgaria, diretta dall’insegnante Natalia Aloni, dove l’insegnante senior israeliano Eyal Shifroni, il 26-27-28 luglio ha magistralmente condotto un seminario sull’uso della sedia nella pratica dell’Iyengar yoga.
Un full immersion in una gioiosa atmosfera collaborativa, con tanti amici russi e bulgari con i quali ho fraternamente condiviso lunghe ore di lavoro e tante tante informazioni tecniche generosamente donateci da Eyal durante l’intensivo e nei momenti di pausa. Eyal è stato chiarissimo e disponibile nelle sue esposizioni di infinite varianti degli asana eseguiti con la sedia.
Ognuno di noi ha ricevuto preziosi consigli sulla pratica personale, e tutti quanti siamo tornati a casa con tanto materiale da provare e approfondire durante questo inverno. Il lavoro è stato svolto in una atmosfera gioiosa, serena, ricca di tanti spunti di riflessione, dove ci siamo aiutati l’uno con l’altro con spirito yogico di condivisione. Il pranayama insegnatoci alle sette della mattina è stato un toccasana per l’anima e per il sistema nervoso. Il tutto immerso nello scenario incantevole di Varna sul Mar Nero e con la generosa ospitalità della padrona di casa Natalia Aloni, che ha reso la nostra permanenza a Varna e nel suo centro di yoga indimenticabile.
Grazie Eyal, grazie Natalia a te e alla tua meravigliosa famiglia che ti ha supportato in questo evento con la propria gentile disponibilità. Che dire ancora di più? L’anno prossimo riandrò a Varna per ritrovare tanti cari amici dello yoga e lavorare con Eyal e…naturalmente invito anche voi per vivere assieme tre giorni di yoga GIOIOSO. Contattate Natalia che vi farà sapere tutto riguardo i prossimi eventi. Ora lascio il video parlare in modo molto più eloquente.
Fonte: Eyal Shifroni
Master of Balance, scuola di yoga in Varna.