Meravigliosa terra di Bharata, che da anni mi hai ospitato in tutta la tua accoglienza, a volte accogliente e materna, a volte spartana e senza fronzoli, ma lasciando ogni volta nel mio cuore echi di parole, volti, profumi, mantra cantati all’alba e al tramonto, e la rinnovata speranza di ritornare per calcare le orme dei Rishi di un tempo ancora una volta.
Le stesse immagini di questo filmato, le incoerenti, a volte, visioni che vedrete io ho visto decine e centinaia di volte. Persone, santi, templi, natura incontaminata, ashram, villaggi con una vita ferma a duecento anni fa, sapori antichi, profumi indescrivibili di spezie, incensi e brace dei focolari. E gli occhi, gli sguardi delle persone: i bambini, le donne, gli anziani, i Saggi, i mendicanti. Ognuno di essi, senza dire nulla, comunicava silenziosamente qualcosa di sé nella mia anima, leggendo segretamente il mio cuore.
Voglio citare Alberto Bevilacqua che ha magicamente condensato in queste parole il video: – I contrasti di una civiltà sono impressi negli sguardi delle persone che l’hanno resa tale. Sono gli sguardi di coloro i quali hanno incrociato la strada di Vittorio Russo, capitano di lungo corso, che nel libro “L’India nel cuore” racconta le ammalianti incoerenze fatte di riti brutali e universali bellezze di un continente dalle mille sfumature: l’India. Vittorio Russo stila il diario di viaggio che accarezza l’anima del lettore, ma non solo. Le incongruenze di questa cultura non lasciano via di scampo. A tratti asfissiano, ma allo stesso lasciano inebriati. L’India, paese dalle ferite millenarie e dalla sapienza antica, seduce. Il suo è un richiamo irresistibile, che rende ogni visitatore un moderno Ulisse in balia del canto delle sirene. –
Condivido pienamente le sue parole. Ogni anno ho la fortuna di ritornare in India e ammirare ogni volta frammenti diversi di questo grande e magico continente. E ogni volta, sorvolando l’aereoporto di Delhi appena prima di atterrare, il mio cuore batte forte all’impazzata come se…fosse il mio primo viaggio, Dicembre 1989, alla scoperta di questa misteriosa realtà che a ogni viaggio inspiegabilmente si rinnova: l’India, la sacra terra di Bharata. Buona visione e mi auguro di avervi con me nel mio prossimo sogno indiano, a dicembre 2014. A breve vi farò sapere e…al prossimo post!
Bellissimo post sia per le tue parole cosi’ sentite con cui descrivi una terra che ti ha colpito profondamente,sia per le immagini e la musica evocativa che accompagna parole a tratti commoventi.Veramente l’India e’ ricca di contrasti con i suoi colori squillanti che stridono con le piogge torrenziali e il grigiore delle povere strade.Ma su tutto spiccano i bambini sempre sorridenti e gli sguardi profondi delle donne intensamente silenziose e una spiritualità’ che suppongo si respiri in ogni angolo.A fine novembre se tutto andrà’ come previsto andro’ a Kolkata e per circa un mese fino a Benares e Rishikesh.E’ una grande sfida per me che non amo viaggiare.Ma l’India mi ha sempre attratto perche’ le sue contraddizioni sono anche in me e nel mio percorso spirituale.Finalmente sentirò’ i profumi e i mantra di cui hai spesso parlato e “tornero’ a casa”…Ne riparleremo ho bisogno di qualche consiglio. Grazie Gio’