Il potere del Pranayama

 

Cari amici dello yoga, il post di oggi è dedicato alla intrinseca bellezza che lo studente scopre approcciando gradualmente la pratica del pranayama. Anche se sono tanti anni che svolgiamo le nostre pratiche di pranayama, rivederne le basi, scendere ancor più approfonditamente nei dettagli, avere il dono di saper guardare nella vastità dell’attimo, tutto ciò conduce a quel che Patanjali illustra nel secondo Pada al verso 44 : “Svadhyayat Ista Devata Samprayogah”, ovvero Ritornare al Sé (in Sé stessi), Riscoprire il Divino. Queste brevi ma incisive parole di B.K.S.Iyengar che seguono, descrivono fedelmente quegli “attimi di Grazia” dove è possibile, sia pur per qualche istante, fluire con la Bellezza inerente la pratica del pranayama.

 

“Quando digiuniamo, purifichiamo i nostri corpi; otteniamo un apprezzamento del cibo che solitamente diamo per scontato. Abbiamo anche l’opportunità di riconoscere quanto ci basiamo sul cibo per il nostro benessere emotivo e anche come fonte d’intrattenimento. Quando evitiamo pettegolezzi inutili, risparmiamo energia ele nostre menti potrebbero divenire più focalizzate.

Quando controlliamo la nostra respirazione, interrompiamo un processo automatico che avviene in ogni momento, Questo è un metodo molto profondo e intenso di tapas che è prontamente accessibile a qualsiasi praticante. Sebbene molti nell’odierna società hanno una pratica di asana ben sviluppata, sono pochi gli studenti che svolgono delle pratiche profonde nel pranayama.

Il pranayama ha una intima relazione con la pazienza: la tecnica può essere di qualsiasi tipo ma la consapevolezza è il fattore più importante. L’attenta consapevolezza condurrà la mente a percepire il respiro. Attraverso questa osservazione si insediano equilibrati movimenti ritmici. E nel momento in cui diveniamo consapevoli del nostro respiro, cambia il modello del respiro stesso: e questa è la sua bellezza”.

Fonte: B.K.S. Iyengar