Saucha, il primo Nyama (osservanze) dell’ottuplice sentiero di Patanjali, si riferisce alla libertà fisica, mentale e spirituale che la purezza offre. La purezza è il risultato della pulizia di mente, corpo e parola. La pratica di saucha onora il Sé e gli altri e permette di sperimentare calma e stabilità anche nelle circostanze più gravose. Allo studente di yoga vengono insegnati i primi elementi di saucha incoraggiandolo a coltivare la pulizia corporea e dell’ambiente dove si svolge la pratica degli asana e del pranayama. Questo darà allo studente maggior consapevolezza del proprio ambiente circostante. Si deve insegnare agli studenti ad essere rispettosi del tappetino di pratica altrui, senza calpestarlo goffamente quando ci si sposta per prendere i prop per praticare. Questo non solo per una questione igienica, ma anche per mantenere l’energia della propria pratica distinta da quella degli altri compagni di tappetino. Nella pratica degli asana il tappetino rappresenta il nostro mondo, e il modo con cui trattiamo il nostro tappetino indica la maniera in cui noi trattiamo il mondo esterno a noi. Non solo.
Quando ci si siede in file ordinate, in cerchio ben disposti in terra o in qualsiasi armonica disposizione, l’energia generata dal gruppo influenza favorevolmente i singoli individui, favorendo il resto della classe nell’esecuzione degli asana. Porto come testimonianza le parole del Maestro Aivanhov riguardo i potenti effetti interiori di saucha, o purezza.
“La purezza è la chiave della salute, della gioia, del sapere, della potenza e della vita eterna. Quando vi purificate, la luce entra più facilmente in voi, e incominciate a vedere le cose in modo più chiaro, e dunque, cominciate ad acquisire una migliore intelligenza delle cose. Le particelle malate che alla salute vengono eliminate, e voi diventate più sani; quelle che ostacolano la volontà vengono eliminate, e voi diventate più forti. Tutto ciò che è pesante e faticoso vi abbandona: vi sentite più leggeri, e la gioia vi assale. E dato che l’impurità trascina con sé la fermentazione, la disgregazione e la morte, è attraverso la purezza che ci si guadagna la vita eterna. Dunque, l’immortalità, la gioia, la potenza, la salute e l’intelligenza non sono altro che aspetti diversi della purezza. Ecco un riassunto della Scienza iniziatica… Sta a voi, ora, verificare se è vero”.
SAUCHA ci insegna a “pulire”ogni aspetto della pratica.Curiamo l’esterno,il nostro spazio affinchè ogni gesto,ogni asana sia sacro.Curiamo il nostro corpo dall’interno con un’alimentazione sana che ci aiuta anche a controllare i pensieri.il corpo è un tempio e lo yogi ne è consapevole e di conseguenza deve purificare anche la mente.Ma il mio Maestro mi ha insegnato che la vera purezza”yogica”una persona la raggiunge anche quando agisce senza secondi fini verso il prossimo, consapevole del suo ruolo nel mondo, quando cioè attraverso la pratica compie ogni azione in armonia con l’universo per evolversi spiritualmente.E’ facile quindi comprendere come ogni”regola”nello yoga abbia vari livelli,che vanno sempre approfonditi.Partiamo allora dall’esterno,per giungere all’essenza dello yoga e di noi stessi…grazie Giò
Aldo,
è vero, la purificazione e la purezza partono dalle piccole cose, anche dal rispetto di chi pratica con noi. Se calpestiamo il tappetino del vicino non casca il mondo, ma non calpestarlo fa parte della disciplina e dell’esercizio dell’attenzione.
Tutto si tiene: così come il corpo è il laboratorio per arrivare alla mente, così anche il tappetino e lo spazio sono un piccolo laboratorio di concentrazione e attenzione.
Non conoscevo il termine Saucha. Lo aggiungo al mio glossarietto sanscrito.
Grazie del post 🙂
Luisa