Le risorse dello yoga per gli stati ansiogeni

                               attenti-al-cane

 

Cari amici dello yoga, il post di oggi parla delle molteplici risorse che la pratica dello yoga ci mette a disposizione per aiutarci a fare fronte verso una problematica tipica della società dei nostri giorni: gli stati ansiogeni. Nella mia esperienza di insegnamento dello yoga, svolgo un lavoro incrociato con la psicologa-psicoterapeuta Cinzia De Angelis dove spesso si integra il lavoro psicoterapeutico con le pratiche dello yoga Iyengar. I risultati sono stupendi. Persone con vissuti traumatici dolorosi riassaporano lentamente i primi barlumi di pace mentale, il ritmo sonno-veglia si ristabilisce, gli stati ansiogeni che generano diversi disturbi psicosomatici iniziano ad allentare la presa sulla mente dei praticanti. E tutto questo in tempo apprezzabile.

Ai giorni nostri la competitività in campo lavorativo, la sempre crescente velocità dei ritmi di vita, la miriade d’informazioni che il nostro cervello è costretto ogni giorno a processare causano un livello di distress ingestibile per il nostro sistema nervoso. A causa di tutto questo gli stati ansiogeni sono il vissuto emotivo quotidiano di molti e spesso si cronicizzano a tal punto da sabotare il normale svolgimento della vita personale. Sono disordini mentali da non sottovalutare e molto più comuni di quel che si immagina: panico, paure, angoscia che inabilitano le normali attività sociali di un individuo, iperattività motoria, palpitazioni cardiache, alterazione del ritmo sonno-veglia, disturbi del comportamento ecc. Le cause possono essere indotte (traumi) o genetiche, ma quel che a noi interessa è come lo yoga possa intervenire per ridurre la complessa sintomatologia di questi disordini mentali.

Negli Yoga Sutra  capitolo 2.3 Sadhana Pada, Patanjali parla dei Klesha o afflizioni mentali e di come sia indispensabile la pratica dello yoga per avere la disciplina della mente e dei pensieri. La pratica di una corretta sequenzialità di asana e di pranayama mirati a dare sollievo a queste sofferenze mentali, allevierà con successo i disturbi psicosomatici appena descritti. Uno studio pubblicato nel maggio del 2007 sul Journal of Alternative and Complementary Medicine ha dimostrato che i livelli di GABA aumentano dopo anche solo una sessione di yoga. Il GABA è il principale neurotrasmettitore che inibisce la trasmissione nervosa al cervello, agendo così come calmante. Questo indica come lo yoga contribuisce ad alleviare quei disordini legati a bassi livelli di GABA come l’ansia e la depressione.

Uno studio medico dell’Università di Westminster parla chiaramente dei profondi effetti ottenuti su un campione pazienti donne con un periodo di pratica di due mesi per cinque volte a settimana, comparato con un altro campione di pazienti donne trattate solo farmacologicamente. I risultati che ne scaturirono furono soddisfacenti. Fu effettuata una seconda indagine con lo yogaterapia sugli effetti dello yoga per la depressione e l’ansia femminile, dove un numero di 34 pazienti che praticarono due volte a settimana per novanta minuti a sessione, fu messa a riscontro con un numero di 31 pazienti che non ricevettero alcun trattamento con lo yoga. Dopo appena due mesi di pratica i livelli di ansia del gruppo delle praticanti diminuì sensibilmente, molto più che nel gruppo-controllo delle 31 che non fecero nessuna pratica. I risultati furono così sorprendenti che i ricercatori conclusero che lo yoga rappresenta un eccellente supporto di complemento nell’approccio psicoterapico ai disturbi comportamentali ansiogeni, in quanto reca sollievo dallo stress, dona una consapevolezza mentale più acuta e permette una modulazione ottimale delle endorfine: la sensazione di paura, smarrimento e impotenza viene resa gestibile, cosa che permette una migliore qualità di vita nei pazienti.

Voglio invitare voi tutti al seminario su “Yoga e gestione dell’ansia” di sabato 11 febbraio, tenuto dalla Dottoressa Cinzia De Angelis e da me nel Centro Yoga Surya di Civitavecchia. Verrà spiegato come gestire i vari disturbi ansiogeni a cura della psicologa unito ad una pratica di asana e pranayama mirata per ridurne i sintomi. Se lo yoga è studiato correttamente e correttamente praticato anche tra le quattro mura di casa, i suoi effetti sorprendenti non tarderanno a presentarsi. Vi auguro una buona pratica rigenerante!

Lo stalliere avido

  orologio

“C’era una volta un Imperatore. Egli disse al suo stalliere che se si fosse messo a cavalcare sulle sue terre, gli avrebbe donato tutta la terra che fosse riuscito a solcare col suo cavallo.
Sicuro di sè, lo stalliere montò sul suo cavallo e cavalcò più velocemente possibile ore ed ore per coprire più terra che poteva. Continuò a cavalcare. Anche quando era stanco o affamato, non si fermava perchè voleva coprire più terra possibile.
Lo stalliere arrivò ad un punto in cui aveva cavalcato su un’area enorme, ma era ormai esausto e stava morendo. “Perchè mi sono spinto cosi all’estremo per conquistare cosi tanta terra? Ora sto per morire ed ho bisogno solo di un piccolo pezzo per essere seppellito.”.

La storia dello stalliere è simile al viaggio della nostra Vita. Chiediamo sempre di più a noi stessi per guadagnare più soldi, per ottenere potere e riconoscimenti. Trascuriamo la nostra salute e il tempo che ci è stato concesso in attività senza un senso e troppo spesso nocive per noi.

Un giorno, quando ci guarderemo indietro, realizzeremo che non avevamo veramente bisogno di tutto questo, e che non possiamo piu’ far tornare indietro il tempo che abbiamo perso”.

Yama e Niyama in pillole: volare in alto

sarolta_bambina_volante1

Cari amici dello yoga, il post di oggi parla di quante occasioni per essere felici noi sprechiamo continuamente, correndo appresso alle nostre illusioni e girando vorticosamente incatenati ai nostri samskaras, le tendenze prenatali che ci inducono a seguire modalità comportamentali che troppo spesso sabotano la nostra felicità interiore. Questi punti che ho elencato rappresentano per noi una vera sfida per centrarsi armoniosamente e vivere il nostro divino diritto di nascita: avere una esistenza di gioia (Ananda) e spandere questo sottile profumo attorno a sé come le rose in primavera. Mi auguro che queste parole contribuiscano ancor più ad approfondire la comprensione degli Yama e Niyama, pietre angolari della nostra pratica yoga!

1) Lascia andare il bisogno di avere sempre ragione: in fondo, avere ragione non serve a niente.

2) Lascia andare il bisogno di avere tutto sotto controllo. Permetti a ciascuno intorno a te di rivelarsi per quello che è e vedrai quanto ti sentirai meglio quasi istantaneamente.

3) Lascia andare il bisogno di trovare un colpevole. Smettila di considerare altre persone o circostanze i responsabili di quello che hai o non hai, di come ti senti o non ti senti. Smetti di diluire il tuo potere e comincia ad assumerti la responsabilità della tua vita.

4) Lascia andare quelle controproducenti chiacchiere mentali.

5) Lascia andare le tue credenze limitanti su quello che puoi o non puoi fare, su quello che credi sia possibile o impossibile. D’ora in poi, non permettere più ai tuoi pensieri limitanti di bloccarti senza un vero motivo. Apri le tue ali e vola!

6) Smettila di lamentarti! Abbandona una volta per tutte il continuo bisogno di lamentarti per tutte quelle cose persone, situazioni e circostanze che ti rendono infelice, triste e depresso. Nessuno ha il potere di renderti infelice a meno che TU non lo permetta. Non è la situazione a scatenare quella sensazione in te, ma è come TU decidi di guardarla. Mai sottovalutare il potere del pensiero positivo!

7) Lascia andare il bisogno di critica fine a sé stesso. Lascia andare il bisogno di criticare cose, eventi persone che sono diverse da te o da come te le aspettavi. Sebbene siamo tutti diversi siamo tuttavia anche tutti uguali, nell’anima. Tutti desideriamo essere felici, tutti desideriamo amare ed essere amati e tutti vorremmo essere compresi. Tutti desideriamo qualcosa e quel qualcosa è desiderato da noi tutti.

8) Lascia andare il bisogno di impressionare gli altri. Smettila di sembrare qualcuno che non sei, soltanto per piacere agli altri. Non funziona così: nel momento in cui ti spogli di tutte le maschere, il momento in cui accetti te stesso t’ accorgerai che le persone saranno attratte a te senza nessuna fatica.

9) Lascia andare la tua resistenza al cambiamento. Il cambiamento è funzionale alla tua crescita. Il cambiamento ti aiuterà a fluiredal punto A al punto B. Il cambiamento ti aiuterà migliorare la tua vita e  quella di chi ti circonda. Segui ciò che ti rende felice, abbraccia il cambiamento e non fare resistenza al nuovo flusso di Vita. “Segui ciò che ti rende felice e l’universo aprirà porte per te là dove c’erano solo muri” diceva Joseph Campbell.

10) Lascia andare le etichette convenzionali: smettila di incollare etichette a cose, persone o situazioni che non comprendi in quanto diverse o “strane”.  Prova ad aprire la tua mente poco a poco. La mente è come un paracadute: funziona solo quando è aperta!

“La forma più alta di ignoranza si ha quando rifiuti qualcosa solo perché non la conosci affatto” ci ricorda Wayne Dyer.

11) Abbandona le tue paure: la paura è solo un’illusione. Non esiste! E’ creata da te, nella tua mente. Aggiusta l’interno e l’esterno prenderà la forma corrispondente.

12) Lascia andare le scuse: invitale a fare i bagagli e digli che sono licenziate! Non hai più bisogno di loro.Troppo spesso ci limitiamo a causa delle scuse. Invece di crescere e sforzarci di migliorare noi stessi e la nostra vita, preferiamo restare bloccati e mentire a noi stessi, adducendo tutte le scuse possibili e immaginabili. Scuse che il 99.9% delle volte non sono reali…

13) Lascia andare il passato. Comprendo: questo non è facile. Specialmente quando il passato appare molto più sicuro e confortevole del presente, mentre il futuro sembra così spaventoso. Ma quel che devi realizzare è che il momento presente è tutto ciò che hai e che avrai: sempre. Il passato che tanto desideri, quel passato che adesso continui a sognare è stato da te ignorato quando era presente. Quindi smettila di ingannarti. Sii presente in ogni singolo momento della tua vita. Dopo tutto la vita è un viaggio, non una destinazione. Abbi una chiara visione del futuro, sii pronto, ma sii anche sempre fiducioso del momento che stai vivendo.

14) Lascia andare l’attaccamento. Questo concetto è uno dei più difficile da afferrare per la maggior parte di noi: devo ammettere che lo è stato anche per me (lo è ancora, veramente). Ma comprenderlo non è impossibile. Migliorerai gradualmente con il tempo e la pratica. Il momento in cui prendi interiormente distanza dalle cose, diventi così sereno, così tollerante, così gentile e così tranquillo che non significa che smetti di amarle, poichè amore e attaccamento non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro.L’attaccamento nasce dalla paura, il vero amore è chiaro, gentile e generoso. Laddove c’è amore non può esserci paura per cui amore e paura non possono coesistere. Con la pratica regolare raggiungerai un luogo dal quale sarai in grado di comprendere tutto senza vessare la tua mente: uno stadio che va ben oltre le parole…

15) Smettila di vivere una vita all’altezza delle aspettative degli altri. Troppe persone vivono una vita che non appartiene loro. Vivono la propria vita sulla base di cosa gli altri pensano sia meglio per loro. Ignorano la loro voce interiore. Sono così occupati ad accontentare tutti che perdono la direzione armonica delle loro stesse vite. Dimenticano che cosa li rende felici, di che cosa hanno bisogno. Dimenticano il loro vero Sé.

Stai vivendo la tua vita e lo stai facendo in questo momento. Vivi interamente e con profonda gratitudine i molti talenti che l’Universo ha riversato dentro di te alla tua nascita. Inebrierai la tua anima col profumo della Pace, e chi ti sarà vicino percepirà il Suo magico e inspiegabile aroma.

 

Asana e Chitta

 

92079046359910e93f7c0f6edfffd87c1

 

Cari amici dello yoga, il post di oggi parla del rapporto tra mente e asana, la finalità degli asana e il profondo influsso che la mente riceve dalla pratica delle posizioni. Nell’esecuzione di una posizione vengono presi in considerazione solo la mente e il corpo, mentre in realtà i suoi  effetti sono molto più profondi. Patanjali dice nei sui Yoga Sutra che lo yoga controlla le onde agitate di Chitta, la mente. Per Chitta Patanjali intende la mente con le sue poliedriche sfaccettature. Nella nostra lingua non esiste un termine analogo per descrivere la mente. Chitta è un termine molto “tecnico” che possiamo tradurre con “ciò che riguarda la mente”.

Quando attraverso lo yoga noi indaghiamo la natura della mente questo viene chiamato “Chittavijanana”, o conoscenza della mente riguardo la sua reazione ad uno sforzo o il suo atteggiamento nell’affrontarlo. Uno degli strumenti che abbiamo a disposizione sono gli asana,che svolgono una benefica azione sul corpo, mentre alcuni ritengono che altri settori dello yoga si occupano degli effetti benefici su psiche, consapevolezza, intelligenza e sfera emotiva. Nulla di più erroneo…

Lo yoga non divide l’essere umano in compartimenti stagni, ma come diceva Guruji è “un viaggio dalla periferia verso il Centro, e dal Centro verso la periferia contemporaneamente”. Non c’è dualità alcuna. Nel verso II/46 Patanjali dice “Sthira sukham asanam”, gli asana sono posizioni stabili e comode”. Nel verso II/47 dice ancora “prayatna shathilya anantasamapattibhyam” e cioè che si arriva all’asana solo quando c’è assenza di sforzi strenui e quindi la mente è resa in grado di essere assorbita nell’Infinito.

Se ne deduce che gli asana portano in direzione di uno stato mentale neutro dove non c’è più tensione; che gli asana non sono eseguiti con sforzi strenui a discapito del corpo. Facili o difficili che siano le posizioni sono a prescindere dal corpo e sono per Chitta. E ancora nel verso II/48 “tato dwandwa anhabhighatah” l’asana porta la mente verso lo stato neutrale. E’ chiaro che Patanjali non intendeva che Yogasana sia solo ed esclusivamente lavorare sul corpo, ma lasciava sottoindendere che lavorato correttamente porti la mente verso uno stato neutro e non duale, libero dalle varie vrittis che la affliggono.

Quindi l’obiettivo degli asana E’ Chitta attraverso lo strumento del corpo. Non solo: i principi di Comodo e Stabile, sthira sukham asanam, sono riferiti a Chitta. Gli Yogasana sono eseguiti dal corpo ma rivolti a Chitta. Per Yogasana si intende una azione svolta a livello integrale che avvolge l’essere umano dal corpo fisico alla sfera emotiva fino agli stati profondi della coscienza. Quindi Yog è lo stato meditativo che si crea nel dipanarsi della struttura geometrica di un asana: la mente viene progressivamente offerta al Sé interiore, fino al raggiungimento dello stato meditativo estremo, il Samadhi. Questo presuppone una intensa ricerca di pratica personale, dove si esplora la mente nei suoi più profondi recessi. Per scrivere il post ho preso spunto da uno scritto di Prashant Iyengar che mi ha illuminato sul perché praticare, e sta cambiando la mia ricerca nell’ambito degli Yogasana: Chiitavijnana of Yogasana, un piccolo libricino che a mio avviso richiederà anni per essere ben assimilato nei suoi contenuti profondi.

Ecco perché la stabilità e comodità di un asana come descritto da Patanjali sono accezioni del corpo e della mente insieme. Solo quando si riescono a trovare queste condizioni l’asana da dentro il nostro cuore racconterà il “Canto del Beato”, la BhagavadGita che l’anima canta da tempo immemorabile e che noi, confusi e assordati dal clamore delle vrittis nel campo di battaglia della Chitta, non riusciamo al momento ad ascoltare. Buona pratica e buon ascolto del Canto!

Cosa ci spinge a praticare lo Yoga?

 

images71pjjl0h

 

 

Cari amici dello yoga il post di oggi che vi propongo è una riflessione sul perché oggi sempre più persone si avvicinano a questa meravigliosa pratica che è lo yoga. Col passare degli anni mi chiedo cosa, nel profondo, mi ha guidato e mi sta tutt’ora guidando verso questa scienza dell’anima, che inizia il suo approccio dal corpo. E’ DAL corpo che iniziamo ad intraprendere questo sentiero, e alla vista di un profano potrebbe essere assimilato alle ginnastiche occidentali.

Molte persone pensano che lo yoga sia solo uno dei tanti metodi di fitness anche per la pubblicità di molte stelle dello spettacolo: Madonna, Uma Thurman, Gwinet Paltrow, Beyoncè, Sting, gli All Blacks del rugby, ecc. Per cui avere un corpo sano, robusto e flessibile e prevenire i vari disturbi e possibili infortuni sembra la motivazione primaria con la quale le persone si avvicinano alla pratica. Ma lo yoga è molto, molto di più.

Nella cultura occidentale siamo stati educati a FARE, e questo aspetto tendiamo a portarlo anche nella nostra pratica. Lo yoga ci insegna che prima di fare molto più importante è SENTIRE, percepire dentro. Nello yoga ci viene insegnato non solo a fare gli asana e il pranayama con accurata precisione, ma anche ad eseguirli al fine di esplorare noi stessi, per aumentare il nostro “sentire” e penetrare in sfere più profonde di quella fisica: il nostro corpo, certo, ma anche i cinque sensi, la respirazione, il nostro buddhi, il nostro manas e il nostro profondo Sé. E questo accadrà solo se siamo attivi a livello fisico. Se FACCIAMO. Il che è impossibile penetrare queste sfere stando pigramente seduti su un divano senza utilizzare il nostro corpo.

B.K.S.Iyengar era solito ripetere “Dei due aspetti dell’asana, sforzo fisico e compenetrazione della nostra mente, l’ultimo è alla fine il più importante. La compenetrazione della nostra mente E’ la nostra méta.”  Non dovremmo tanto essere distolti dal movimento fisico esterno, quanto focalizzarci sulle azioni che si fanno, le sensazioni che otteniamo e le reazioni del nostro corpo-mente-respiro. La pratica degli asana sarà d’immenso beneficio per il nostro corpo ma questo è solo un derivato, non lo scopo primario.

Parlando dell’azione nell’ asana Iyengar la descrive  come “Movimento più intelligenza. Il mondo è pieno di movimento. Ciò di cui il mondo ha bisogno è di più movimento COSCIENTE, più azione.”  Osservando attentamente un asana nella sua struttura noteremo molta azione e poco movimento, in realtà. Tuttavia è vero anche che la pratica degli asana non è soltanto azione. E’ una speciale forma di attività che ci permette di esplorare la nostra realtà interna, di pacificare la mente, di sviluppare l’osservazione interiore e divenire meditativi. In sintesi la penetratività interna, come ho accennato poco sopra. Ecco perché Patanjali descrive l’asana come Sthirata-Sukata (comoda e stabile), perché in ogni postura ci dovrebbe essere una sottile armonia tra azione e rilassamento (sentire).

Sempre in Vita nello Yoga  Iyengar fa luce su aspetti sconosciuti della pratica scrivendo “L’equilibrio tra attività e passività trasforma il cervello attivo in testimone (silenzioso)” E ancora “Quando c’è SFORZO, la pratica dello yoga è puramente fisica, e conduce al disequilibrio e al giudizio errato”. Osservando le nostre reazioni, le nostre tendenze e le nostre modalità comportamentali durante la nostra pratica, esploriamo noi stessi in una più profonda ampiezza e arriviamo a una più intima connessione interiore. Scopo ultimo della pratica è conoscere meglio sé stessi, sviluppare più consapevolezza  e più sensibilità.

Per vivere meglio abbiamo bisogno di sviluppare l’intelligenza, che altro non è se non l’abilità di agire al meglio in questo mondo e vivere una vita gioiosa e pacifica. Ecco perché abbiamo bisogno di praticare quotidianamente, determinati a continuare questa ricerca interiore, per scendere sempre più profondamente in noi stessi e trasformare noi stessi. Parole facili a dirsi, ma la cui realizzazione necessita di anni di pratica regolare e disciplinata.

Vorrei chiudere con le parole di Iyengar su questa indagine costante dei processi interiori: “Continuate ad analizzare, e attraverso l’analisi arriverete a comprendere. Nello yoga è richiesta una costante analisi dell’azione… L’analisi e la sperimentazione devono procedere assieme…L’unica guida è l’analisi durante l’esercizio: solo attraverso tentativi ed errori potrete progredire. Più numerosi saranno i tentativi, minori saranno gli errori. E quando i dubbi diminuiscono, diminuiscono anche gli sforzi…”  Vi auguro una pratica sempre più consapevole e profonda.

 

Fonte:  B.K.S.Iyengar – Vita nello Yoga – Edizione Mediterranee

Eyal Shifroni: Why do we practice Yoga?

 

,