Iniziare la pratica yoga a casa

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State frequentando un corso di yoga due volte la settimana, volete migliorare e approfondire la conoscenza degli asana, migliorare la vostra flessibilità, la resistenza, la capacità di salire e scendere senza aiuti nelle capovolte. Bene! Dovete trovare degli spazi di tempo almeno due volte la settimana per la vostra pratica a casa. Quando dico “spazi di tempo” a chi pratica da poco, intendo che un’ora due volte a settimana va benissimo per chi già frequenta per altre due volte regolarmente le lezioni con un insegnante certificato. Vuol dire che un praticante studierà col proprio insegnante per due volte la settimana, e sperimenterà a casa propria i consigli tecnici dati dall’insegnante per altre due volte. Sono quattro giorni di pratica settimanale, un eccellente inizio per un principiante. Fa la differenza. E il vostro insegnante lo noterà!

Stabilite quindi una stanza nella vostra casa designata per la pratica, e se non avete spazio a disposizione liberate un angolo di questa stanza creando spazio a sufficienza per muovervi tranquillamente. Questo per avere la vostra attrezzatura per lo yoga a portata di mano, senza andarla a cercare a destra o a sinistra in giro, altrimenti il desiderio della vostra pratica a casa svanirà così come è nato! Non importa se il vostro insegnante sia il migliore del mondo o il tipo di scuola che seguite: se le strategie yogiche  che vi dà l’insegnante non vengono messe in pratica ed allenate regolarmente, sia pur per pochi minuti al giorno, saranno completamente inutili per la vostra trasformazione fisica e mentale.

L’angolo di casa vostra designato per la pratica dovrà essere di facile accesso, mantenuto pulito, arieggiato e illuminato. E se praticate vicino a una finestra fate in modo che ci siano  delle tendine che attenuino la luce proveniente da fuori. Non è bene praticare sotto la luce diretta del sole, specialmente nella stagione calda e… immaginate lo spavento dei vicini vedendovi in sirshasana o appesi alle corde! Un pochino di privacy  in tal caso è consigliabile.

Organizzatevi in modo da avere i props (coperte, mattoni, cinture) a portata di mano vicino a voi. Non c’è niente di peggio mentre si è già entrati in un’ asana che scoprire di avere bisogno di “quel mattone o di quella cintura”, e interrompere bruscamente la pratica per ovviare al disagio. Quando partite per un viaggio del resto organizzate bagaglio e biglietti nei minimi dettagli, non vedo perché quì non debba esserci un minimo di pianificazione.

Arredate la stanza con colori chiari, pastello, calmanti per la mente. Potete mettere qualche immagine riguardante la natura, lo yoga, la spiritualità, una pianta, fiori, un brucia-incenso, tutto ciò che porti la mente su quel che state facendo ma che allo stesso tempo non la distragga: per esempio troppi oggetti, troppe immagini e così via. Costruire un angolo armonioso per la vostra pratica è facile, economico e accessibile a tutti. Basta a volte spostare un tavolo per scoprire spazio sufficiente per dar inizio alla vostra “home practice”.

Detto questo cosa aspettate ancora? Trovate lo spazio sufficiente per un tappetino e avrete il vostro centro yoga nelle pareti domestiche. Se poi lo spazio è per due o tre tappetini ancor meglio! Condividere la pratica con altri amici che studiano con lo stesso insegnante sarà un bellissimo incentivo per il vostro e il loro miglioramento.

Pensieri di un maestro

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“Malgrado i dolori sofferti durante l’apprendimento, continuate a praticare con devozione ciò che avete appreso. L’apprendimento è un processo molto difficile, ma è ancor più difficile mantenere il campo conquistato. I soldati dicono che è più facile vincere una battaglia che occupare il territorio conquistato. Mentre cerco continuamente di migliorare la mia pratica e di fare sempre del mio meglio, mi accontento di ciò che sono in grado di ottenere. Persino quando il corpo invecchia e non è più in grado di agire come prima, appaiono delle sottigliezze che rimarrebbero invisibili ai corpi più giovani o atletici.

Dovete sviluppare amore e affetto per il vostro corpo, per quello che può fare per voi. L’amore deve essere incarnato nel più piccolo poro della vostra pelle, nella più infinitesima cellula del vostro organismo, per renderli intelligenti in modo che possano collaborare con tutti i loro simili, in quella grande democrazia che è il corpo umano.

Questo amore si deve diffondere da voi agli altri. Chi pratica solamente gli asana si dimentica spesso che lo yoga serve a coltivare la mente e il cuore. Patanjali parlò di cordialità, compassione , letizia e gioia. La cordialità e la grazia sono due qualità essenziali per il praticante di yoga. Durante le lezioni di yoga, gli studenti sembrano spesso così seri e distaccati dagli altri. Dov’è la cordialità? Dov’è la compassione? Dov’è la letizia? Dov’è la gioia? Senza queste qualità, non possiamo praticare il vero yoga di Patanjali”.   B.K.S. Iyengar

Questo stralcio di riflessione è stato preso dal bellissimo libro “Vita nello Yoga” di B.K.S.Iyengar. Le sue parole hanno avuto una eco profonda nel mio cuore, perché sono cose che ho vissuto e tutt’ora a volte vivo quando sono a lezione con i miei insegnanti. Spesso mi sono chiesto il perché di così tanto distacco e di volti gravi nei praticanti, come se fosse quella la chiave per accedere nel più profondo dell’anima. Non tenendo conto che lo scopo dello yoga è libertà, pace e gioia di vivere. Magari da principiante ho avuto gli stessi atteggiamenti descritti da Iyengar (forse anche peggio!), ma sforzandomi costantemente di migliorare la mia pratica ho iniziato anche io a fare caso a sottigliezze che prima non ero in grado neanche di immaginare. Grazie alla devozione alla quale fa cenno il Maestro, gradatamente la pratica matura e si approfondisce creando spazio per nuovi orizzonti dell’anima, sconosciuti quando si è presi dall’ardore egoico giovanile. L’intensità della vostra pratica si svilupperà gradualmente col passare del tempo. E richiede tanta tanta pazienza.

L’uso di coperte e cuscini nel rilassamento

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I miei allievi spesso chiedono cosa usare durante lo shavasana, la postura di rilassamento utilizzata alla fine di una serie di asana o quando si ha bisogno di diminuire il livello di stress, recuperando così da una giornata intensa. Specialmente quando non si dispone di tempo per fare qualche asana rigenerante e si hanno solo pochi minuti a disposizione, suggerisco di effettuare lo shavasana con supporti come coperte o bolster.

Ci si siede in dandasana sul pavimento, con la punta del bolster o delle coperte piegate in lunghezza a soffietto, che toccano il sacro, da dietro, e si estendono indietro. Le coperte nell’Iyengar yoga vengono piegate ad arte con precisione e accuratezza. Ci si sdraia sulla schiena supportando il peso del corpo con i gomiti, in modo che schiena e testa poggino comodamente sui sostegni. Prima di sdraiarsi del tutto controllare che il mento rimanga in linea con lo sterno, l’ombelico e l’osso pubico formando una linea diritta: questo per non spezzare l’armonia dell’allineamento corporeo.

Se necessario riaggiustare la posizione del torace così che quella linea diritta formata da naso, mento, sterno, ombelico e osso pubico si estenda direttamente fino a un punto centrale situato tra i due talloni a terra. Si continua a riallungare il torace sul supporto a terra, senza crollare a destra o a sinistra. Prima di stendersi completamente, supportare la testa con una o due coperte sotto la nuca e che tocchino le spalle, ma non sotto di esse. Questo impedirà alla fronte di scivolare all’indietro, e la solleverà appena poco più in alto dello sterno, favorendo lo stato di rilassamento.

Questa stupenda posizione può essere praticata sia con le gambe estese, sia con un altro bolster sotto i femori, per favorire il rilassamento della zona lombare. A questo punto il vostro corpo sarà pronto a ricevere i benefici dello shavasana sostenuto dalle coperte, dal bolster a dal pavimento. Buona pratica e…mandatemi un feedback!

imagesCAAM33UX Shavasana con bolster sotto i femori

L’uso della menta

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La primavera sta iniziando, e con il suo tepore sbocciano tante piantine da orto indispensabili in cucina e nell’uso erboristico. Un bellissimo articolo degli amici di GreenStyle ne illustra i possibili usi alimentari e curativi. Che dire ancora? Buona lettura e buon appetito!

La menta è una pianta fortemente aromatica e profumata, dal gusto forte e intenso della famiglia delle Labiate (Lamiaceae) molto utilizzata per impreziosire cibi e ricette. è considerata una spezia pungente dal colore verde, in natura ne esistono diverse varietà: dalla menta piperita, alla mentuccia, quindi la citrata, la requienii e molte altre. Cresce in particolare in Europa, Asia e in Africa dove può attingere al benefico effetto del sole, ma anche a un’esposizione protetta dall’ombra. è una pianta tenace, così da resistere alle basse temperature e al freddo.

La pianta è un ibrido nato dall’unione tra Mentha aquatica L. e Mentha spicata L. e può raggiungere anche un metro di altezza. Il suo è un impiego a 360° che investe vari settori, in particolare la cucina, le ricette e i cibi che ne traggono beneficio. Ma può essere considerata una spezia aromatica per bevande e cocktail, oltre che decorativa per tavole e apparecchiature. Le foglie si raccolgono a giugno, mentre la fioritura avviene in piena estate e prosegue fino all’autunno.

Il suo utilizzo caratterizza le pietanze della cucina in Italia, Spagna, India, Medio Oriente e in Nord Africa. Meglio utilizzarla con parsimonia, visto il carattere deciso, ma può definire il gusto di primi, secondi, verdure e anche frutta e dolci. In versione essiccata è ottima per tisane, bevande, caramelle e liquori, favorendo la digestione. Se la coltivate in giardino o sul vostro balcone, potrete utilizzarla di frequente per realizzare piatti favolosi, o per essiccarla e conservarla in dispensa.

Ricette con la menta

Visti gli ultimi strascichi di freddo invernale è ancora gradevole assaporare una zuppa calda e rinfrancante. Un’idea e una soluzione per allontanare i malanni di stagione, e per riscaldare il corpo. Una combinazione perfetta potrebbe essere fave e menta, magari frullate per ottenere una saporita vellutata. Caratterizzata dal gusto forte e rinfrescante della menta fresca o, come vedremo successivamente, essiccata e da utilizzare all’occorrenza.

Vellutata di fave e menta ingredienti
200g fave fresche sgusciate;
2 gambi di sedano;
1 carota;
1 cipolla;
20 foglie di menta fresca;
1 patata;
500ml acqua;
1 tazza di latte di soia a piacere;
olio EVO.

Sbucciate la carota quindi fatene un battuto con il sedano e la cipolla, buttate tutto in un tegame e fate soffriggere con poco olio EVO. Aggiungete le fave fresche e sgusciate, lasciatele rosolare per qualche minuto così da farle insaporire. Aggiungete la patata spellata e tagliata a cubetti, quindi l’acqua e una tazza di latte a piacere. Coprite il tutto con un coperchio, quindi lasciate cuocere a fuoco lento per 25 minuti. Le verdure dovranno risultare tenere e morbide, quindi completate aggiungendo le foglie di menta. Frullate il composto ottenendo una crema uniforme e morbidissima. Servite caldo con una spolverata di formaggio e pepe, e una dadolata di crostini di pane croccanti.

Visto il suo uso nella cultura mondiale non è raro imbattersi nella menta all’interno della cucina indiana, ricca di sapori e miscele paradisiache. Il Biryani ad esempio, di origine persiana, è un piatto tipico della cultura indiana che sposa l’unione di molte spezie con un occhio di riguardo per la menta. Le varianti della ricetta sono infinite, ma la più gustosa prevede riso, verdure e menta.

Biryani alla meta ingredienti

Per la salsa alla menta:
3 cucchiai foglie di menta;
una fettina di zenzero;
1 spicchio d’aglio;
1 peperoncino verde;
1 cucchiaino di succo di limone;
125ml yogurt bianco;
mezza cipolla bianca;
1 cucchiaio di burro biologico alla soia o ghi indiano;
1 cucchiaino di polvere curry.

Per il riso:
160g riso basmati;
1 chiodo di garofano;
cardamomo nero;
un pezzetto di cannella;
160ml acqua;
1 cucchiaio olio EVO.

Per decorare:
1 patata;
1 pizzico di curcuma;
1 cucchiaio di burro biologico alla soia o ghi indiano;
sale;
mezza cipolla bianca;
1 cucchiaino zucchero di canna;
2 cucchiai noci sgusciate;
1 cucchiaio uvetta;
olio EVO.

È un piatto elaborato e lungo, solitamente possiede molte varianti, ma il risultato è ottimo e completo. Per realizzarlo preparate la sala alla menta tritandola con lo zenzero, l’aglio e il peperoncino verde. Aggiungete il succo di limone e lo yogurt, quindi lasciate riposare. A parte, in una padella, fate saltare nel ghi (o burro) mezza cipolla affettata quindi aggiungetela alla salsa di menta con il curry. In un piccolo pentolino con un cucchiaio di olio EVO fate saltare insieme: la cannella, il chiodo di garofano e i semi di cardamomo. Aggiungete il riso lasciandolo insaporire per qualche minuto.

Versatevi sopra l’acqua quindi fate cuocere il riso per circa 12 minuti, lasciando che si asciughi. Copritelo e a parte affettate la patata, fate saltare le fette in padella con burro e curcuma quindi infornate a 160° per 15 minuti fino a doratura. Nel frattempo dorate in padella il resto della cipolla affettata, con poco olio EVO, lo zucchero di canna, l’uvetta e le noci. Quando il composto avrà assunto un aspetto simile al caramello spegnete la fiamma. Disponete il riso nel piatto dopo averlo mescolato con la sala alla menta, quindi guarnite con le fette di patata e la salsa caramellata. In alternativa potete insaporire la salsa alla menta con l’aggiunta di molte verdure come zucchine, piselli, carote, fagiolini e cavolfiore. Quindi prima di servire versate il riso in una teglia ricoperta con carta da forno, aggiungete le verdure e la salsa e infornate per 10 minuti a 150°. Quindi completate come indicato e servite caldo.

La menta è una spezia davvero indispensabile, può trovare uno spazio in ogni tipo di piatto e ricetta. ad esempio è ottima tritata fresca insieme a un mix composto da spremuta d’arancia e ghiaccio tritato. Oppure come pietanza clou per le frittate, per melanzane grigliate o per un pesto alternativo. Per realizzarlo basterà rivisitare la ricetta classica genovese sostituendo la menta al basilico. Frullate 20 foglie di menta con 20gr di pinoli, sale e pepe, aggiungendo a filo 200 ml di olio EVO. A piacere è possibile mescolare anche il formaggio.

Dolci e menta

La menta, in particolare in Inghilterra, trova spazio nella sezione dolci. La combinazione classica vede l’unione con il cioccolato, una sorta di matrimonio dove i due si abbracciano alla perfezione. Ma la menta può risaltare anche nella cheesecake, oppure con il caffè, con la nutella e il cocco. Se invece adorate la spezia è possibile creare una torta soffice, morbida e veloce da realizzare.

Torta alla menta ingredienti
3 uova;
250gr di zucchero;
1 yogurt al cocco;
250gr di frumina;
125gr di farina 00;
150gr di farina di cocco;
100 ml di olio di semi;
150ml di sciroppo di menta;
1 bustina di lievito.

Montate i tuorli con lo zucchero, quindi aggiungete gradualmente lo yogurt, la frumina setacciata con la farina 00 e una parte di quella al cocco, l’olio, lo sciroppo e il lievito. Mescolate e aggiungete gli albumi montati a neve. Mescolate accuratamente e infornate per 45 minuti a 180°. A termine cottura, a piacere, rifinite con crema di cioccolato e scaglie di cocco. Ovviamente con la menta le idee dolci si possono ampliare: biscotti, frullati, sorbetti ma anche glasse e ghiaccioli.

Come essiccare la menta

Se coltivate la menta raccoglietela tagliando intere cimette, così da garantire più luce alle foglie tenere e giovani utili per la prossima raccolta. Lavatele e asciugatele appoggiandole sopra un canovaccio da cucina. Quindi lasciate essiccare naturalmente le foglie appoggiandole sopra un vassoio, oppure un piano, quindi riponetele in un luogo asciutto, ventilato e soprattutto in ombra: l’esposizione al sole infatti rende le foglie scolorite. Dopo 7 giorni saranno pronte, riponetele all’interno di un barattolo e conservatele in ombra e lontano da fonti di calore. Potete tritarle oppure utilizzarle intere, così da mantenere l’aroma inalterato.

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