Asana in piedi o Utthita Stithi

 

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Il post di oggi è dedicato al fondamento della pratica dell’Iyengar yoga: gli Utthita Stithi, o asana in piedi. Per tutto il giorno siamo in posizione eretta, durante il tempo della veglia. Sarà quindi utile addestrare gli arti inferiori, che rappresentano il fondamento del movimento e dell’azione affinché diventino solidi e stabili. Come un edificio non può rimanere in piedi senza delle robuste fondamenta, così allo stesso modo senza il forte sostegno di gambe e piedi il cervello, sede dell’intelligenza, non riesce ad essere allineato con la spina dorsale.

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Ecco perché nella didattica dello yoga Iyengar si curano queste basi meticolosamente: per favorire la stabilità, il rafforzamento e la flessibilità dei praticanti. E prima ancora di affrontare asana del calibro di Sirshasana, è fondamentale riuscire a stare correttamente eretti sui propri piedi. La maggior parte della gente non sa stare in piedi. C’è chi piega le ginocchia, c’è chi spinge in fuori l’addome, altri ancora buttano il peso del corpo su un piede o sull’altro o addirittura tengono i piedi storti e non allineati: all’occhio di un esperto insegnante c’è di che stupirsi! Il problema è che questi difetti di postura nella posizione eretta si ripercuotono a loro volta sulla spina dorsale che a sua volta influisce sulla mente, a causa di un mancato corretto allineamento.

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Può sembrare strano, ma le intime connessioni tra mente e corpo sono sensibili anche a posture viziate negli anni o a una “incapacità appresa”, per così dire (stili di vita, sedentarietà, ecc), di allineare la colonna con le sue curve in modo del tutto naturale. Ecco che entrano allora in gioco gli asana in piedi, preziosissimi per mantenere il corpo, la mente e il cervello attenti e vigili: consapevoli nel momento presente. Qualsiasi insegnante di Iyengar yoga che si rispetti inizierà i suoi studenti a un lungo iter di studio in questa classe di asana, fondamentali per forgiare nei mesi il corpo quando, a tempo debito, affronteranno altre classi di asana come rotazioni, archi, capovolte, ecc.

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A quel punto l’insegnante avrà fornito ai propri studenti utilissimi strumenti di base, da riapplicare e approfondire in altre tipologie di asana. E anche quando si avrà una grande esperienza in campo, mai abbastanza sarà il tempo dedicato all’approfondimento ulteriore degli Utthita Stithi, per scoprirne sottigliezze impensabili per un principiante, e studiarne il potente effetto psichico che riversano su chi le pratica regolarmente.

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