Il potere della presenza mentale

Pace

Il post di oggi è tratto da un piccolo libro intitolatoLibero ovunque tu sia” del monaco vietnamita Thich Hath Han, dove il Maestro affronta una questione di vitale importanza nel sentiero di uno yogi: la capacità di accogliere la propria rabbia e scioglierla come neve al sole.

Nella vita quotidiana affrontiamo ostacoli di ogni genere e il confronto con la nostra rabbia e di chi ci circonda è una sfida perpetua, perché questo ostacolo ci rende schiavi della nostra natura inferiore, impedendoci di vivere nel momento presente, qui e ora, con tutto ciò che c’è. La nostra mente vive spesso nei rimpianti e risentimenti del passato o nelle paure e angosce del futuro.

Questa catena invisibile ma resistente, ci preclude di poter ammirare lo spettacolo colorito che è la vita di tutti i giorni, di farne parte e di poter condividere la Luce di quei colori con chi ci sta attorno. Si diventa ciechi e sordi agli infiniti messaggi di abbondanza che l’Universo continuamente ci invia, perché il fuoco della rabbia incenerisce i nostri cuori. Tich Nath Han in queste righe, ci suggerisce un semplice ma potente metodo che è quello dell’osservazione del nostro respiro. Respirare è la prima ed ultima azione che un essere vivente farà.

Lavorando sul respiro, abbiamo la chiave per accedere all’osservazione attenta di noi stessi, di quella mente che si incendia al minimo turbamento esterno. Per impedire che divampi nelle fiamme dell’ira, bagnamola con le gocce di rugiada della Pace. Buona pratica di consapevolezza.

L’energia che libera

“Per prendermi cura della mia rabbia innanzitutto torno al respiro e guardo profondamente dentro di me. Mi rendo immediatamente conto che in me c’è un’energia chiamata rabbia; poi riconosco di avere bisogno di un altro tipo di energia che si prenda cura della rabbia e la invito a sorgere e a svolgere questo compito. Questa seconda energia è chiamata presenza mentale.

Ognuno di noi ha in sé il seme della presenza mentale. Se sappiamo entrare in contatto con quel seme possiamo iniziare a generare l’energia della presenza mentale; con la sua energia ci possiamo prendere cura dell’energia della rabbia. La presenza mentale è un tipo di energia che ci aiuta ad essere consapevoli di ciò che accade. Siamo tutti capaci di essere presenti; chi pratica ogni giorno lo è più di chi non lo fa.

Anche coloro che non praticano hanno in sé il seme della presenza mentale, ma dotato di un’energia molto debole. Anche una pratica di soli tre giorni fa aumentare l’energia della presenza mentale. Può esserci presenza mentale in tutto ciò che si fa. Se bevendo un bicchiere d’acqua sai che in quel momento stai bevendo dell’acqua e non pensi ad altro, allora stai bevendo in presenza mentale, in consapevolezza. Se concentri sull’acqua tutto il tuo essere, corpo e mente, in te c’è consapevolezza e concentrazione e l’azione del bere può essere descritta come un “bere consapevole”. Bevi non soltanto con la bocca ma con tutto il corpo e in piena consapevolezza. Siamo tutti capaci di bere dell’acqua in consapevolezza. Così mi è stato insegnato a fare, da novizio.

Puoi anche camminare in presenza mentale, dovunque tu sia. Quando cammini, concentra la tua attenzione sull’atto del camminare: renditi consapevole di ogni passo che fai e non pensare ad altro. Si chiama “camminare in consapevolezza”: è sorprendente quanto sia efficace. Con la pratica, poi, comincerai a camminare in modo che ogni passo ti darà solidità, libertà e dignità, ti renderà padrone di te stesso. Ogni volta che devo andare da un posto a un altro pratico la meditazione camminata, anche se mi sposto solo di uno o due metri. Salendo le scale, pratico la meditazione camminata; scendendo le scale, pratico la meditazione camminata; salendo su un aereo, pratico la meditazione camminata; andando dalla mia stanza al bagno, pratico la meditazione camminata; andando in cucina, pratico la meditazione camminata. Non ho un altro modo di camminare, soltanto il camminare in consapevolezza: mi aiuta molto. Mi dà trasformazione, guarigione e gioia.

Quando mangiate potete praticare la presenza mentale. Mangiare in consapevolezza può darvi molta gioia e felicità. Nella mia tradi- zione, mangiare è una pratica profonda. Prima di tutto ci sediamo in una posizione stabile e guardiamo il cibo; gli sorridiamo, consapevolmente. Lo consideriamo un ambasciatore che arriva dal cielo e dalla Terra. Guardando un fagiolino riesco a vedervi fluttuare una nuvola, a vedervi la pioggia e il sole; mi rendo conto che quel fagiolino è parte della Terra e del cielo. Quando mordo un fagiolino, sono consapevole che quello che ho messo in bocca è un fagiolino. Non ho nient’altro in bocca, non il mio dispiacere né la mia paura: quando mastico un fagiolino mi limito a masticare un fagiolino, non i miei progetti o la mia rabbia.

Mastico con molta attenzione, con il cento per cento di me stesso, e sento la connessione con il cielo, la Terra, i contadini che coltivano il cibo e le persone che lo cucinano. Mangiando in questo modo sento che è possibile essere solidi, liberi, felici. Il pasto non nutre soltanto il mio corpo ma anche la mia anima, la mia coscienza e il mio spirito.”

Fonte: Rilessioni.it

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