“Una regina andò nel suo giardino e trovò alcuni alberi e delle pianticelle morenti, mentre alcuni fiori erano appassiti. Cominciò a chiedere ad alcune piante le ragioni di questo stato. La quercia disse che stava morendo perché non poteva essere alta come il pino.
Osservando il pino, il re lo trovò sofferente perché non poteva portare grappoli come la vite. La vite stava morendo perché non poteva fiorire come una rosa. Infine trovò una pianta, il Lilium, fresco e fiorente come sempre.
Alla domanda della regina, la pianta rispose: “Mi è sembrato scontato che quando tu mi hai piantato, volevi un lilium. Se tu avessi desiderato una quercia, un pino, una vite o una rosa, avresti piantato quelle.
Allora ho pensato: visto che non posso essere altro che ciò che sono, cercherò di manifestarmi al meglio di me stesso”.
bella! grazie Aldo per i saggi consigli 🙂
Grazie a te che ci sei per…condividerli! 😉
Per tanto tempo sono stata una perfetta immagine della proiezione di una qualsiasi altra persona della cui approvazione avevo l’illusione di aver bisogno vitale. Ero uno “zelig” (come nel film di W. Allen) e cambiavo linguaggio, inclinazioni, aspetto, interessi e chissà…forse anche pensiero, pur di adattarmi a ciò che desiderava l’altro, pur di sentirmi amata e accettata. Duro dirlo, ma era così e non me ne accorgevo…..pensavo solo di essere poliedrica. Le cose son cambiate nel momento in cui molti settori della mia vita son crollati nel giro di qualche giorno, nonostante tutti i miei sforzi di programmazione degli eventi e dei sentimenti. E persone alle quali avevo offerto la maschera che desideravano, mi avevano voltato le spalle. La sofferenza e il travaglio lo lascio intuire.
Una domanda su tutte: mi è utile spendere tutte le mie energie per piacere agli altri? Mi dà risultato? Il no lapidario che mi è sgorgato dal cuore mi ha così destabilizzata che son caduta in una nera crisi: avrei dovuto rivedere TUTTO nel pensiero e nel comportamento per poter estirpare l’erbaccia infestante della bassa stima di me.
Ringrazio quella “crisi nera” perchè mi ha aperto gli occhi. Ho colto l’opportunità per bandire situazioni e persone che mi tenevano legata a quel deleterio modo di fare: fame insaziabile di approvazione. La direzione presa (e ora mi ricollego al post, dopo questo “breve” preambolo 🙂 ) è stata quella di riscoprire me stessa, andando a ripescare Margherita bambina dalla memoria e ricominciare dal momento in cui ero ancora priva di sovrastrutture sociali e familiari. Le mie energie spese per essere al meglio di quel che sono e posso dare a me e ad altri. Ma categoricamente IO con le mie peculiarità in ogni aspetto della vita, infischiandomene di disapprovazione o approvazione. Si ama il tutto e non ciò che fa comodo. E molti rami secchi cadono e le piante infestanti muoiono: l’albero può esprimersi al meglio di sè così come era stato pensato in origine.
Son felice della mia scelta; il resto è presente.
La mia personale esperienza che spero possa essere utile, nel caso necessitasse.
Bellissima storia!Sinceramente credo che tutti soprattutto in gioventù abbiamo rinunciato ad una parte di noi,per essere accettati dagli amici o cosa più grave dai genitori.Sono cresciuta con l’idea di dover essere forte ad ogni costo(mio padre era un carabiniere per vocazione ,il classico uomo che si spezza ma non si piega)che non faceva altro che ripetere che in quanto sua figlia non avrei mai dovuto chiedere aiuto a nessuno,anzi non ne avrei avuto bisogno perche’ ero una “dura”.E cosi’ è stato fino ad ora,perchè mi piaceva essere la Giovanna a cui tutti ricorrono ma che basta a se stessa.Invece ora basta!Da un pò sto tirando fuori la parte reale,quella fragile perchè troppo sensibile.Mi sto scoprendo e gli altri con un certo stupore da parte mia,mi coccolano anche,cosa impensabile fino a poco tempo fà…Accettarmi in questa nuova veste è importante anche per il mio percorso.Non sarò più indistruttibile e corazzata come mio padre avrebbe voluto,ma sarò felice essendo la migliore Giovanna possibile,con tutte le mie debolezze(che poi,credo siano punti di forza) GIò
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