Il fluire della pratica nella nostra vita

 

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Siamo appena entrati nell’autunno. Cambia la stagione, l’intensità estiva della luce solare si attenua, fa buio prima e iniziano i primi freddi. Con l’arrivo della nuova stagione autunnale si comincia a riorganizzare anche la nostra pratica dello yoga, dandogli un’altra connotazione più “invernale”.

L’autunno ci fa riflettere sulla ciclicità delle nostre pratiche e sulle stagioni delle varie età che il nostro corpo si trova ad attraversare. In questi momenti ritorno indietro nel tempo, a quando ho iniziato la pratica dello yoga, il mio percorso di formazione con gli insegnanti, le varie esperienze con ognuno di loro, ciò che ero, ciò che sono e ciò che desidero diventare. La pratica all’inizio casuale, e che gradatamente si dipana con la ricerca di un senso logico nelle serie degli asana… La ricerca appassionata nel campo del pranayama, vivendo il respiro la mattina presto nel Brahma muhurta, sul sentiero della quiete della mente…

Nel ripensare a tutto questo mi sono ritornati alla mente gli ostacoli, le delusioni, i piccoli traguardi e le scoperte che hanno fatto parte del mio cammino yogico e che, sono sicuro, fanno parte del sentiero di molti sinceri ricercatori che tuttora percorrono la Via. Voglio lasciarvi quest’oggi una breve serie di riflessioni utili per il vostro Atmavichara e il vostro Swadhyaya.

Le esperienze che chi pratica si trova a fronteggiare credo siano abbastanza comuni, il che non ci fa sentire come se fossimo le uniche persone a dover risolvere determinati problemi, ma ci unisce in quella Sangha silenziosa sparsa in tutto il mondo: la grande famiglia dello yoga. Buona lettura!

 

 

Supera le tue difficoltà con determinazione e grinta.

Che non vuol dire diventare dei “Terminator yogici”, insensibili e glaciali, chiusi nel piccolo mondo della nostra pratica. Sappiate che nello Yoga mille ostacoli sono celati: fisici, mentali e spirituali. Ne ha parlato diffusamente Patanjali negli Yoga Sutra, e sono stati la chiave di volta di grandi insegnanti per divenire quei fulgidi esempi di come si percorre la Via. Ogni ostacolo va affrontato con le giuste strategie, i giusti tempi, le giuste applicazioni pratiche MA con cuore gentile. B.K.S.Iyengar fece negli anni del suo gracile fisico giovanile, un tempio di salute ed energia. Come? Grinta leonina e determinazione inscalfibile.

Ascolta i consigli del tuo insegnante.

Anche se non hai una pratica adamantina, anche se non sei l’allievo di spicco ideale, ascolta ciò che il/la tuo/tua insegnante ti suggerisce per il tuo miglioramento. Se c’è un sincero desiderio di progredire nello yoga, questo è imprescindibile dal mettere in pratica l’insegnamento di chi ti indica come indirizzare i tuoi incerti passi  su questo complesso sentiero. Mettere in pratica ciò che l’insegnante ci dona è nostra diretta responsabilità.

Diffondi la tua conoscenza condividendola.

Più passa il tempo più vedo che molti miei elementi di ricerca e studio nell’ambito dello Yoga hanno trovato conferma nell’insegnamento ai miei studenti. Perché? Perché un insegnante che si rispetti si aggiorna continuamente e regolarmente da uno o più insegnanti di livello superiore: si chiama etica professionale, onestà e amore per ciò che si trasmette. Ripenso alla mia insegnante formatrice Gabriella Giubilaro,  la quale durante il nostro teacher training ci spingeva con forza a perfezionare instancabilmente la pratica, tuonando il suo “Se non lo sai fare non lo puoi insegnare!!” Dura verità, perché per trasmettere l’insegnamento dello yoga bisogna averne chiaramente compreso le basi. Solo lì ci sarà vera condivisione della conoscenza con i nostri studenti.

Apriti alle nuove opportunità e fatti nuovi amici.

Lentamente inizia con un semplice schema di pratica a casa suggerito dall’insegnante. Seguilo regolarmente, e altrettanto regolarmente inizia ad aggiungere un minuto in più alla tua pratica. Apri la mente a nuove possibilità che si celano all’interno della tua anima, dagli credito, non arrenderti. Studia, ascolta, osserva, metti pazientemente in pratica senza lasciarti scoraggiare. Fai amicizie nuove con altri praticanti, e magari una volta alla settimana potrete incontrarvi per ripassare alcuni elementi ostici della lezione svolta con l’insegnante, aiutandovi e dandovi coraggio tra di voi. Lo yoga significa unione, riunire, non dimenticatelo!

Il lavoro serio alla fine paga.

Spesso dopo una intera lezione di aperture del torace, per esempio, chiedo agli studenti come si sentono o chiedo loro un veloce feedback della lezione. Inutile dire che le risposte sono positive! Ma quel che vorrei far notare è che alla lunga il lavoro svolto regolarmente e seriamente darà dei risultati.  Io stesso aggiungo la mia testimonianza di infiniti piccoli e grandi miglioramenti che la pratica dello yoga mi ha donato. E in tutti voi che praticate: COSA è cambiato in meglio, da quando praticate, nelle vostre condizioni fisiche e mentali? Non possiamo barare con noi stessi. Se vogliamo dei risultati non si possono prendere scorciatoie ingannevoli. La Natura potrà averci donato un fisico flessibile, ma il progresso nella pratica yoga esige una disciplina attenta e regolare.

E non importa se non siamo molto flessibili: con una pratica attenta, corretta e metodica raggiungeremo dei risultati che pensavamo irrealizzabili. Lo Yoga avrà fatto di noi delle persone migliori, nonostante le nostre spalle rigide, la nostra paura di andare in Sirshasana, i nostri disturbi di schiena, le nostre ginocchia doloranti e i nostri vari limiti: saranno quelle le chiavi di volta che ci permetteranno di “gettare il Cuore oltre l’ostacolo.”

 

 

 

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