Si narra nei Purana che Vishnu e Shiva, un giorno, si recarono nella foresta per incontrare i demoni. Per non farsi riconoscere Shiva si tramutò in donna. I demoni lanciarono contro le due divinità una tigre dai magici poteri, ma usando una sola unghia Shiva la uccise, la scuoiò e si cinse i fianchi con la sua pelle.
Subito gli mandarono contro un demone nano maligno e potente, Apashmara Purusha, il demone del’ignoranza (Avidya). Il Signore Shiva lo rovesciò a terra e iniziò a danzare sul suo capo la danza selvaggia chiamata Tāṇḍava or Tāṇḍava-nṛtya. Durante la misteriosa danza manifestò i cinque poteri sacri: pancha-krtya, che sono:
1) Srishti, il potere della creazione, rappresentato dal tamburo sul quale Shiva fa risuonare il pranava, suono primordiale dal quale emanano i ritmi ed i cicli della creazione.
2) Sthiti, la durata della creazione (mantenimento).
3) Samhara, il potere della distruzione, rappresentato dal fuoco che Shiva ha nella mano sinistra superiore (riassorbimento della creazione nell’Assoluto Immanifesto).
4) Tirobhava, il potere che nasconde la verità, permettendo la crescita e la realizzazione del proprio destino, rappresentato dal piede destro che schiaccia il demone.
5) Anugraha, il potere di concedere la grazia della conoscenza (Vidya), rappresentato dal piede sinistro alzato e dalla mano sinistra abbassata (favore, riconoscimento).
Il cerchio di fuoco rappresenta Prabhamandala, il cosmo e la coscienza senza tempo e anche l’AUM, dove la A rappresenta lo stato di veglia, la U lo stato del sogno, la M il sonno profondo ed il silenzio che segue la recitazione dell’Aum: l’Eterno non manifesto.
I cinque poteri, le cinque attività di Shiva Nataraja vengono manifestate sia simultaneamente che una dopo l’altra. Simultaneamente: nell’istante, come singola vibrazione o pulsazione di eternità. Una dopo l’altra: in successione con lo scorrere del tempo. Le tre mani superiori simboleggiano la creazione, il mantenimento e la distruzione. Il piede che schiaccia la testa del demone dell’ignoranza è l’occultamento, il velo di Maya. Il piede sollevato è la grazia che libera dal ciclo di morte e rinascita.
Per ingannare i demoni della foresta Shiva Nataraja si traveste da donna, ed è come donna che svela la sua natura divina (Shiva ardhanari). La mano abbassata di Nataraja mostra anche l’unione tra i primi tre poteri: creazione,durata, distruzione-riassorbimento. Con gli ultimi due, il celarsi e il concedere la grazia.
Shiva, il ribelle, l’eccentrico, da un lato si nasconde e contemporaneamente ci offre la chiave per ritrovarlo. Celarsi e nascondersi… Il tempo viene rappresentato dal tamburo (Damaru) ed il fato viene rappresentato dal cerchio di fuoco, l’aureola che circonda Shiva Nataraja, Colui che danzando crea e distrugge l’Universo in cicli cosmici che si perpetuano nell’Eterno Presente.
Fonte: Ananda K. Coomaraswamy – La danza di Shiva. Arte e civiltà dell’India – 1918
Bel post soprattutto perche’la simbologia di Shiva e’ molto complessa e qui sono riuscita a capire meglio alcuni aspetti del Signore dello yoga .Dieci anni fa ho letto il libro che citi interessante soprattutto perche’parla in generale della civilta’dell ‘India .Mi e’ rimasta in mente questa frase “il piede danzante ,il tintinnio dei campanelli : impara a conoscere tutto questo dentro di te e le tue catene scompariranno…Egli danza nel nostro corpo come la totalita’”
Come sempre grazie . Gio’