Siamo in pieno caldo, l’estate è arrivata improvvisamente e con temperature oltre i 30 gradi. Ci sentiamo stanchi, un poco apatici e con poca voglia di praticare. Cosa facciamo? Si rinuncia alla pratica? Ma neanche per sogno! Nel suo sistema di yoga B.K.S. Iyengar insegna a praticare delle serie di asana che rinfrescano il sistema nervoso tonificandolo e permettendo una modalità di pratica yogica più leggera, ma non per questo meno efficace.
Dobbiamo adattarci ai cambiamenti climatici e lo yoga ci dona la capacità fluire con i cambi stagionali. Ad ogni stagione corrisponde una tipologia di pratica, a secondo del clima ,della temperatura e dell’umidità dell’aria perchè il nostro corpo risente di tutte queste variabili. Allo scoppiare del torrido caldo estivo di questo periodo si insegna agli studenti una pratica che permette di avere dei buoni effetti ma che non affatichi in maniera brusca il cuore e non surriscaldi il sistema nervoso.
Nel secondo capitolo verso 14 della Bhagavad Gita il Signore Krishna dice al suo discepolo Arjuna: “Figlio di Kunti, le idee di caldo e freddo, piacere e dolore, sono prodotte dal contatto dei sensi con i loro oggetti. Queste idee sono limitate da un inizio e da una fine e sono di natura transitoria. Sopportale con pazienza, o discendente di Bharata”. L’indicazione pratica per ottenere il controllo mentale di questi fattori esterni ci viene suggerito sempre nella Gita, capitolo sesto verso 35 : “Eroe dal braccio possente! Senza dubbio la mente è agitata e difficile da controllare, ma con Abhyasa (la pratica dello yoga) e Vairagya (il distacco dagli oggetti dei sensi o non attaccamento) può essere controllata”. La pratica che oggi suggerisco (Abhyasa) è stata sperimentata più volte con i miei studenti e ogni volta con risultati…rinfrescanti!
Si inizia con Adho Mukha Virasana mantenendola almeno 5 minuti e si procede con
Adho Mukha Svanasana con la fronte sostenuta da un bolster (usare più altezza se necessario)
Supta baddha Konasana con cintura, bolster sotto la schiena e copertina per sostenere il capo
Supta baddha Konasana 2, con bolster messo orizzontale al torace e coperta per sostenere spalle e capo (regolate voi stessi l’altezza)
Supta Virasana su bolster con coperta che sostiene il capo, sollevandolo appena poco più del torace
Matsyasana con supporto di bolster per la schiena e copertina per il capo
Supta Swastikasana con le stesse modalità di Matsyasana
Viparita Dandasana su bolster incrociati (crossed bolsters), copertina per spalle e testa
Sethu Bandha Sarvangasana su bolster , cintura alla metà dei femori e mattone per appoggiare i talloni. La punta scapolare alla fine del bolster e una copertina per testa e spalle che vi poggiano sopra
Supta padangustasana 1 e 2 usando una cintura
Sirshasana preferibilmente appesi alle corde
Sarvangasana sulla sedia
Rilassare con Adho Mukha Virasana su bolster come all’inizio di sequenza
Shavasana svolto a piacere: con le gambe piegate su una sedia, con un bolster sotto i femori , con un peso leggero sulle cosce, o semplice.
Riguardo il pranayama suggerisco la pratica di Sitali, per rinfrescare il sistema nervoso, e di Viloma 2, sdraiati su un bolster col capo sostenuto da una coperta, per portare pace nelle cellule cerebrali. Consiglio di eseguire il pranayama il mattino presto, per dare una impronta d’armonia al giorno che inizia.
I tempi di mantenimento dei vari asana sono soggettivi e in relazione al livello di pratica individuale. Ma il solo mantenere 5 minuti ogni asana avrà il suo effetto rigenerante. Sacrifichiamo molto del nostro tempo e della nostra vita correndo velocemente dietro tante cose, come la nostra cultura ci suggerisce quotidianamente. Esaurimenti e depressioni sembrano essere diventati aspetti molto familiari nelle nostre vite.
Per tradizione le donne sono le nutrici per eccellenza e si prendono cura di altri. Ma troppo spesso dimentichiamo come prenderci cura di noi stessi. Lo yoga, grazie agli asana ristorativi, dona a noi tutti l’opportunità di rigenerare la nostra energia lasciandoci un senso di freschezza e pronti per fluire nella vita quotidiana. E una sequenza simile non richiede molto tempo né rappresenta una sfida fisica. Ogni asana è profondamente terapeutica e aiuta a rilasciare le tensioni modulando la nostra energia positivamente. La pressione del sangue viene ristabilita, il cervello surriscaldato viene rinfrescato, il sistema nervoso si riposa permettendo ai sistemi endocrino e immunitario di funzionare in maniera efficiente.
Le controindicazioni per questi asana sono di non praticare queste aperture se si è stati operati all’addome; di togliere eventuali lenti a contatto quando si pratica questa serie; se soffre di bassa pressione coprirsi con una coperta per evitare il senso di freddo che ne potrebbe derivare.
Sperimentate praticando questa serie quando il caldo si fa sentire. E condividete la vostra esperienza lasciando un commento sugli effetti di questi semplici ma potenti asana.
Vabbe’, allora non abbiamo più scuse per non praticare. Il tuo post arriva proprio al momento giusto 🙂
È bella questa flessibilità dello yoga: puoi fare lo stesso asana anche in modalità rinfrescante. Basta mettere un mattone a supportarti la testa, una copertina sotto le spalle, un cuscino sotto le cosce. E tutto diventa più leggero.
Imparare a modulare, anche con queste piccole sfumature, ti permette di non interrompere mai la pratica. Molte delle soluzioni che suggerisci io le adotto anche di inverno, ma quando sono molto stanca e se devo pensare a una pratica impegnativa non comincio proprio.
E invece a volte tutto sta a iniziare. Ieri faceva molto caldo e ho cominciato in supta virasana, pensando che avrei rinunciato alle posizioni in piedi. Invece, asana dopo sana, mi sono ritrovata in… Urdhva Danhurasana.
Mi piacciono questi post in cui intrecci pratica e antichi testi. Tapas e svadhyaya: bellissimo!
Luisa
Con questo post ho molto riflettuto . Avendo un approccio alla vita poco rilassato e “prendendo fuoco”facilmente,spesso mi ritrovo dopo una discussione o per una preoccupazione con la temperatura corporea alta senza neanche accorgermene.D’estate è anche peggio e trovare qui una sequenza di asana che possa aiutarmi è stato un sollievo.Cosi’ pur non avendo dimestichezza con lo Iyengar yoga,ieri sera mi sono attrezzata come ho potuto per provare.Ho cominciato a rinfrescarmi dopo supta padangustasana ed è andata sempre meglio.Sicuramente praticare con cinture e coperte a cui non sono abituata,mi ha fatto capire che spesso non ascoltando i miei limiti(anche nella vita)faccio molta fatica nell’affrontare tutto ,comprese le asana,con la forza e la testardaggine.Provando questa sequenza con i supporti mi si è chiarito che cambiando il clima o più ampiamente le circostanze esterne è meglio essere flessibili e adattarsi.(questa frase per chi mi conosce ha dell’incredibile).Ma la grandezza dello yoga risiede anche in questo,farci partire dal corpo per conoscere ogni giorno piu’ profondamente noi stessi.Quindi grazie Aldo ,da oggi so come alleviare il disagio causato sia dal caldo estivo che dal mio cervello spesso surriscaldato Giò