Messaggio in una bottiglia

1454658_10201934841966954_279225240_n[1]
Il post di oggi è uno spunto di riflessione per fare atmavichara nei prossimi giorni. Lo yoga non è soltanto l’allineamento del corpo fisico esterno ma anche il sapersi riallineare con i dettami del nostro Cuore, del Dharma e riorientare la rotta della nostra barchetta sul Sentiero della Vita. Spesso ci si smarrisce nei bassifondi dell’ego, invischiandoci con persone, situazioni, desideri che ci fanno dimenticare la nostra vera identità e ciò che realmente siamo venuti a fare qui. Ho trovato le parole del musicista Andrea Diletti molto ispiranti e le condivido con voi. Buona lettura e commentate.
“Si può chiamare l’ego con un altro nome: PAURA.
Nel processo di evoluzione dell’anima, l’identificazione con il corpo è una fase funzionale e necessaria, ma su questo piano la distorsione avviene quando impariamo a crederci:  il  non amo…re, il rifiuto, la disperazione  che troviamo attorno a noi, a partire dai nostri genitori.
Così la nostra capacità di amare incondizionatamente è irrimediabilmente compromessa. Incontriamo persone per amarle, ma l’ego diventa un filtro che pone le sue necessità e aspettative come priorità rispetto a quelle dell’altro. Tutti abbiamo questo animale arrabbiato dentro, che cerca l’affetto, l’amorevolezza, non avendo ancora imparato a ritrovarle in se stesso, perché la gioia è la sua vera natura.
Dovremmo amarci per prenderci cura di chi abbiamo affianco, invece amiamo col peso di come desideriamo che l’altro ci ami, e alla fine si finisce per ferirsi.  Il miracolo avviene quando ci si accorge entrambi  che vedere quelle ferite è il più grande atto d’amore e la più grande possibilità per tornare ad essere liberi , perché dona la possibilità di guarirsi insieme, nella compassione e nell’accettazione dell’altro come essere umano nella tua stessa condizione.
Ma l’ego è più forte, si offende, recrimina, si delude, giudica l’altro e distrugge ogni possibilità di crescita. Così torna la paura, e ognuno ritorna silenziosamente nel suo inferno fingendo che tutto debba procedere così, fino alla prossima occasione per guarire,  ma dove l’ego puntualmente non permetterà di farlo, perché incontrerà ancora delusioni diverse alle aspettative sempre uguali.
Oggi chiedo che la compassione per noi stessi ci accarezzi il cuore. Solo allora avremo la possibilità di guardare davvero l’altro senza permettere al giudizio di diventare una condanna, ed inevitabilmente, con la luce del nostro amore andremo oltre, e invece di recriminare, impareremo a chiederci e sentire dentro “PERCHE” l’altro ha fatto quello che ha fatto, scoprendo che è solo un bambino ferito vittima della sua storia, esattamente come noi.
Cerchiamo nel prossimo l’amore di una madre assente o la tenerezza e la protettività di un padre che ci ha abbandonato, e non avendole riscoperte in sè , si diventa due mendicanti che attingono ognuno alla voragine dell’altro, finendo per sbranarsi, perché non è lì la fonte di quell’amore, ma è dentro di noi. Ma la mente ci ferma a metà strada, ci blocca nel giudizio, e così vaghiamo nella solitudine della vita, senza permettere che l’intelligenza del cuore ci riveli gli splendori dell’anima che abbiamo di fronte, senza permetterci di realizzare il sogno di approdare alla felicità che ci spetta di diritto, insieme.
 Amici miei… vorrei un cuore per abbracciarvi tutti ma…. è in officina a riparare qualche ingranaggio!”.

2 pensieri su “Messaggio in una bottiglia

  1. Ogni parola è superflua..un messaggio così necessita solo di essere assorbito come prezioso nutrimento dell’anima e null’altro. Per grazia, sono qui 🙂

  2. E’ un post bellissimo!Purtroppo l’ego non ci fa capire che ognuno cerca l’amore nel posto sbagliato cioè lontano da sè.Nessuno può sopperire alle nostre carenze emotive perchè chi ci è accanto ha le sue con cui fare i conti. Ultimamente ho capito che l’amore incondizionato è un traguardo difficile da raggiungere.Mi basterebbe non chiudermi quando mi sento ferita,avendo il coraggio di dirlo .Per ora prima di alzare il mio solito muro protettivo,mi fermo e rifletto che sicuramente chi mi ha colpito,soffre come me e ha bisogno di compassione o di un semplice abbraccio proprio come me.In fondo tutti cerchiamo la felicità e siamo qui per imparare che è in noi. sotto strati di dolore e di delusioni.Grazie Giò

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...