Praticare con animo sereno

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Con il post di oggi voglio invitarvi a praticare con tranquillità. Come si pratica è molto più importante di cosa si pratica, che siano asana, pranayama o meditazione.

Si può praticare in maniera aggressiva, provando a forzare impropriamente i limiti del proprio corpo, digrignando i denti e corrugando la fronte nello sforzo oppure…  permettere al corpo di muoversi e riallungarsi in tranquillità, rendendo la respirazione lunga, ampia e profonda e godendosi il viaggio all’interno dell’asana e del pranayama!

Siete voi e solo voi che decidete come praticare. Se praticate con tensione, non farete altro che aggiungere ulteriore tensione allo stress accumulato alla fine di una dura giornata di lavoro. Lo yoga serve per rigenerarsi, ricordatelo, non a generare ulteriore stress!

Ricordo i primi tempi del mio approccio con lo yoga, e ripenso a tanta energia sprecata nel forzare il mio povero rigido corpo a fare asana che per me erano allora proibitive, per l’integrità della mia schiena e delle mie giunture. Col tempo i preziosi insegnamenti dei miei maestri, l’esperienza e la maturità sopraggiunta con l’età hanno trasformato la mia visione della pratica dello yoga e del suo insegnamento.

Per cui invito voi che amate lo yoga, principianti ed esperti, a praticare con tranquillità. Riuscirete a ottenere molto più dal vostro corpo e dalla vostra mente e con uno sforzo minore: lo stress si ridurrà grazie a questo “nuovo” approccio da parte vostra. Raccontate le vostre preziose esperienze di pratica, commentando e… buona pratica rigenerante!

3 pensieri su “Praticare con animo sereno

  1. Concordo pienamente,Aldo.Come in qualunque aspetto della vita,anche nello yoga mettiamo ciò che siamo, spesso dimenticando che la pratica è un processo di trasformazione che va approcciato con una sensibilità diversa.Sensibilità per vedere i propri limiti,le proprie debolezze e per non digrignare i denti mentalmente,come facevo io che affrontavo lo yoga come la vita,con forza e testardaggine.E meditare in questo modo era francamente una gran fatica!Per sedersi e accettare i pensieri di ogni tipo che sorgono spontanei,per migliorare nelle asana seguendo i propri ritmi,ci vuole veramente tranquillità come hai scritto tu e una certa “gentilezza amorevole”verso se stessi,secondo me.E’ in questa direzione che mi sto muovendo pur con qualche difficoltà.Grazie Aldo Giò

  2. Come tutti, credo, anch’io ho avuto un approccio..”ginnico” allo yoga, fatto di forza, di livelli da raggiungere e superare. Se ripenso agli inizi (anche se non posso considerarmi veterana) lo faccio con tenerezza, perchè era l’espressione di me in quel momento storico ed è solo grazie al confronto che posso apprezzare un diverso atteggiamento mentale odierno. E ciò che comincio a vedere mi piace 🙂

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