La sequenza degli asana nella propria pratica

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La giusta sequenza di asana è la chiave per avere una pratica di yoga efficace e funzionale. Dopo aver eseguito una corretta sequenza si è penetrati progressivamente in profondità dalla pelle ai muscoli, dai muscoli alle ossa del corpo fino ad arrivare a percepire il corpo energetico a un livello più “cellulare”. E’ in quei momenti che viene costruita la nostra mente yogica, e devono gradatamente essere coltivati con la pratica. In alcune modalità di yoga come l‘Ashtanga, le sessioni sono organizzate in Vinyasa, o serie di pratica. Un Vinyasa antico e conosciuto da ogni praticante di yoga è il Surya Namaskar, il famoso “saluto al sole”.

Nella didattica dello yoga Iyengar non ci sono schemi fissi da seguire come i Vinyasa, ma essere in grado di porre gli asana in buona sequenza richiede una conoscenza ottenuta da uno studio approfondito, e l’aver sperimentato sul proprio corpo e sulla mente gli effetti di diverse serie di asana. Saper creare una sequenza funzionale è un discorso avanzato e complesso. Molti asana come Adho Mukha Svanasana vanno studiati prima di asana più impegnative come Urdhva Dhanurasana,  e gli effetti che ne derivano nel corpo e nella mente vanno attentamente analizzati prima ancora di essere insegnati. Solo allora si può parlare di via esperienziale per capire la sequenzialità negli asana. Ci sono molti fattori che possono influenzare il modo di comporre una sequenza: il tempo(caldo, freddo), l’abilità e l’esperienza dei praticanti, il mood mentale e fisico dei praticanti in quel determinato giorno o in quella specifica ora della giornata (mattina, sera).

Differenti “famiglie” di asana hanno effetti completamente differenti sul  nostro corpo, la nostra mente e sulle nostre emozioni. Gli asana in piedi donano stabilità e forza. I piegamenti in avanti sono calmanti. Gli archi sono ottimi antidepressivi e promuovono il buon umore. Le capovolte aumentano il livello di energia e donano equanimità, creando un profondo senso di benessere.

La scelta di una determinata sequenza dipende da come ci si sente fisicamente, mentalmente ed emotivamente in quel giorno. Nessuna sequenza sarà mai appropriata per qualsiasi persona, per ogni tipologia mentale, per qualunque livello energetico (che è personale), per ogni livello di pratica e per tutti i giorni dell’anno. Le variabili sono quindi numerose e strettamente soggettive.

Nel mettere in ordine una sequenza di asana nel sistema Iyengar ci sono alcune regole più o meno strette che il praticante è tenuto ad osservare. Per esempio Sirsasana deve essere seguito in sequenza da Sarvangasana o da asana simili come Sethu Bandha Sarvangasana e Halasana, per riallungare le vertebre cervicali e rinfrescare il sistema nervoso. Altri sistemi di Yoga non usano questa modalità di sequenza.

Ci sarebbero molte altre cose da dire sulla corretta sequenza delle posture e su come osservare la maniera di praticare in maniera sicura e confortevole. Seguitemi nei prossimi post dove, illustrando progressivamente alcune semplici regole di base osservate nell’Iyengar yoga, avrò il piacere di spiegarvi i principi generali per praticare delle corrette sequenze di asana da sperimentare nella pratica personale.

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