Il Raga nella musica indiana

Bellissimo articolo sulla musica classica indiana e sul suo utilizzo nella pratica dello yoga. Il blog dal quale ho tratto questo post è GuidaIndia, che segnalo per gli interessanti articoli sull’India. Aggiungo a questo simpatico articolo un Raga  da ascoltare durante le vostre pratiche di asana rigeneranti, il pranayama e le pratiche meditative.


Quello che a parole è certamente un bel concetto diventa estremamente difficile da spiegare, musicalmente parlando. Non esiste una parola per tradurre l’idea che soggiace al Raga o Raag. Perchè si tratta di una composizione la cui base è formata da caratteristiche con multiple combinazioni che la definiscono di volta in volta. Si tratta essenzialmente di un insieme di vari Swara, note, in scala ascendente e discendente, che vengono organizzati in melodie secondo un tono definito, Thaat, utilizzando uno specifico e diverso numero degli stessi all’interno di esso. Non tutti i Raga infatti utilizzano i sette Swara e per catalogarli a seconda del numero impiegato si utilizzano molte definizioni che fanno capo alla stessa parola, che significa casta, gruppo: Jati.  Dopo secoli di sperimentazione sono state fissate le Swaroop, che si possono definire come frasi caratteristiche o modelli fissi dei vari Raga. Queste dipendono principalmente dalle Swara utilizzate nell’ Arhoa – cioè l’ aumento graduale sulla scala da una nota più bassa – e nell’ Avrhoa – la discesa graduale da una nota più alta – dalle sequenze in cui appaiono, dallo Swara principale e dal secondario,  ossia la dominante e la tonica.

Ogni Raga è poi associato a una precisa emozione, Rasa, che deve sviluppare, spiegare e coltivare e sulla quale insiste, esaltandola, affinchè l’ascoltatore ne rimanga profondamente colpito. Si dice che la forza evocativa del Raga sia talmente grande da far materializzare come per incanto nella mente dell’ascoltatore educato alla musica quello che essi esprimono. La psicologia indiana riconosce alle fasi del ciclo diurno – alba, mezzogiorno e sera – anche un senso più ampio, che si applica al corso della vita.  Ogni Raga è poi collegato ad un orario specifico e secondo la tradizione dev’essere eseguito proprio durante quell’ora. Ed anche le ore del giorno erano collegate a specifiche emozioni; quindi l’orario migliore per l’esecuzione di uno specifico Raga era considerato quello che rappresenta proprio quella precisa emozione.

I Raga del mattino sono soprattutto devozionali, mentre quelli serali evocano l’amore e la passione. Naturalmente si tratta di una regola puramente tradizionale, chiamata Samay, in via di sparizione, senza contare che diverse Gharanas, le scuole musicali, attribuiscono gli stessi Raga ad orari differenti. La musica Carnatica, dell’ India meridionale, da tempo non riconosce queste suddivisioni, complicate anche dall’immenso numero di Raga di difficile o dubbia collocazione oraria. Permane invece solida la tradizione che vede i Raga capaci di evocare felicità, gioia, disperazione, tristezza o malinconia.

La filosofia indiana distingue nove sentimenti, 9 Rasa, che portano a queste emozioni e che connotano i Raga.

I nove Rasa legati alle principali emozioni sono:

Shrinagara         amore,  erotismo, sensibilità per la natura

Hasya                 gioia, allegria

Karuna               dispiacere

Raudra               rabbia, collera

Veer                   eroismo, dignità

Bhayanak           terrore

Bibhatsa             disgusto

Adbhuta             divertimento

Shanta               serenità, calma

Il Rasa Shrinagara è considerato il più importante ed è chiamato il Re dei Rasa

Uno schema di classificazione che si ritrova nei testi più antichi, antropomorfizzava invece i sei Raga primari, i precursori di tutti gli altri Raga: Bhairav, Malkauns, Hindol, Shree, Deepak e Megh. Ognuno di questi Raga ha la sua sposa, la Ragini. Ogni Ragini ha sei figli e questi a loro volta sono sposati con altrettante Ragini. Questi sei Raga primari erano associati alle stagioni dell’anno.

Tutte le forme musicali indiane adottano, per le proprie composizioni, il Raga e, pur rispettandone le regole, lo trasformano secondo le proprie caratteristiche. La differenza consiste  nel modo in cui gli Swara vengono collegati e abbelliti o nel modo in cui si svolge l’improvvisazione del Raga. Nel Khayal per esempio si accentua il Tan – una rapida successione di note, tra gli ornamenti più importanti e diffusi – mentre nel Dhrupad è la parte dell’Alap che acquisisce maggior importanza.

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